sabato 31 dicembre 2011

Cinismo

Siamo delle pessime persone, io e il Pi. Ma siamo attorniati da altre altrettanto pessime persone (che in effetti ci si sceglie, di solito). Noi non ce la facciamo proprio a dispiacerci per la morte di persone che non, ehm, diciamo STIMAVAMO in vita. Perché dovrei stimarle e rispettarle ora che sono morte?
Non ci viene proprio spontaneo raccoglierci in devoto e rispettoso silenzio, piuttosto vorremmo urlare: UNO STRONZO DI MENO AL MONDO, che con tutta la brava gente che ci lascia, ogni tanto la partita si riequilibra.
Che poi la morte è una cosa naturale, accettarla fa parte dell'accettazione del nostro essere persone. Nasciamo, viviamo, moriamo. Se poi riusciamo a morire alla veneranda età dei due figuri che ci hanno lasciato ieri e stanotte, beh, io ci farei la firma!
Del primo non so molto, se non che era fascista e lo è stato fino alla fine, anche se il fascismo DOVREBBE essere bandito e punito per legge. Una sua dichiarazione: "l'antifascismo non è un valore. (...) Da quell'odio non può nascere qualcosa che rappresenti un valore (...)". Oggi sul giornale locale, pieno di necrologi, un tale l'ha persino voluto "salutare romanamente". Tanto mi basta per brindare.
Ad ogni modo penso che almeno fosse una persona onesta e coerente. Di certo di vedute opposte alle mie, ma in democrazia è giusto così (anche se lui di quella democrazia li non era mica tanto promotore, ma lasciamo stare).
L'altro è stato ben più pericoloso e dannoso, ladro, mafioso e servo, non certo dei più deboli, come il suo ufficio predicherebbe. Non ce la faccio proprio a dispiacermene. Mi dispiace solo che non se ne sia andato prima. Prima di costruirsi la piscina in Brasile, magari. O prima di completare altre porcherie. Spero solamente -e lo spero davvero- che lui si trovi ora davanti a quel Dio in cui io credo e nel quale anche lui sosteneva di credere e che stia finalmente prendendo tutti i calci in culo che si sarebbe meritato in vita.

Buon cinico anno a tutti!

venerdì 16 dicembre 2011

Lavoro in un'azienda

-Lavoro in un'azienda che a inizio dicembre ha proclamato la cassa integrazione per 20 dipendenti (su 120) per 13 settimane.
-Lavoro in un'azienda che tra natale e capodanno chiuderà per ferie, tranne 20 dipendenti.
-Lavoro in un'azienda che nei 10 giorni precedenti alla proclamazione della cassa ha registrato 1220 ore di straordinario, che presumibilmente verrà pagato in nero
-Lavoro in un'azienda che da 2 settimane ha iniziato l'ampliamento del capannone di circa 4000 m2
-Lavoro in un'azienda che ha deciso che la cassa debba essere fatta un giorno a settimana anche dagli impiegati, non solo dagli operai, però solo da 5 impiegati, che gli altri hanno un sacco di lavoro (traduco: l'ufficio vendite non c'ha una mazza da fare, ma stranamente l'ufficio acquisti è oberato... cosa comprerà, se l'ufficio vendite non inserisce ordini? mistero).
-Lavoro in un'azienda che mi fa fare un giorno di cassa integrazione alla settimana, nonostante io abbia qualcosa come 140 ore di ROL arretrate.
-Lavoro in un'azienda che quando i clienti chiamano nel giorno di cassa integrazione gli viene risposto "WonderP è malata oggi" oppure "WP è in ferie" e io cado dal pero quando il giorno dopo mi dicono "mi fa piacere che sia guarita" o "ha buon tempo lei, che fa le ferie!"
-Lavoro in un'azienda che questa sera ha invitato a cena tutti i dipendenti. E saranno sorrisi e pacche sulle spalle per tutti e "siamo una grande famiglia". 
-Lavoro in un'azienda che ha deciso che i regali che arrivano vengono condivisi tramite apposita lotteria durante la cena. Previa cernita dei capi, che il meglio se lo portano a casa.
-Lavoro in un'azienda la cui titolare si disfa di alcuni soprammobili non graditi facendoli passare per regali pervenuti in azienda e li mette in palio alla suddetta lotteria
-Lavoro in un'azienda dove la moglie dell'altro titolare (sono fratello e sorella), che lavoricchia part-time per l'azienda, ha preteso che il suo nome fosse inserito nel bussolotto per l'estrazione della lotteria. (Spero davvero che vinca il vaso di sua cognata).
-Lavoro in un'azienda dove il figlio del titolare, ovviamente assunto e ben remunerato, non fa una mazza tutto il giorno e tutti si stupiscono e cercano di scandagliare il perché il suo ufficio non sia "produttivo".
-Lavoro in un'azienda dove in effetti non è vero che il figlio del capo non fa una mazza tutto il giorno, in realtà ha una fitta corrispondenza con amici e amichette su varie chat e poichè alle sue spalle c'è una finestra che riflette il monitor del suo computer (=probabile sgamo), lui lascia aperto il coperchio della fotocopiatrice affinchè si neutralizzi l'effetto-specchio della finestra e tutti fanno finta di non averlo capito.
-Lavoro in un'azienda dove il titolare in assemblea generale dichiara che grazie al suo fiuto abbiamo abbandonato clienti che in effetti si sono rivelati moribondi e poi mi fa una lavata di capo perchè è arrivato un ordine del suddetto cliente e io mi sono permessa di chiedere al cliente se fosse un errore. (Piccolo inciso per maggior comprensione: è dall'inizio dell'anno che stiamo "sfilando" le produzioni di questo cliente, restituendo mezzi produttivi e materia prima eccedente, facendo inventari su inventari affinchè non avanzasse nulla e si arrivasse con magazzino a zero). 
-Lavoro in un'azienda dove il titolare ci ha dato degli "ominicchi, quaquaraquà e rottinc..." (cito testualmente, puntini di sospensione inclusi) sulla bacheca aziendale (ovvio, non di persona) perchè ci siamo permessi di chiamare i sindacati quando è stato scoperto che per scovare dei ladruncoli negli spogliatoi maschili erano state installate delle telecamere.
-Lavoro in un'azienda che si riempie la bocca con parole come "orario flessibile", "incentivi alle mamme lavoratrici", "nido aziendale". Ma sono solo parole che danno aria ai polmoni.
-Lavoro in un'azienda dove ultimamente non lavoro più volentieri.

sabato 10 dicembre 2011

Le nuove fasi

Dopo un periodo idilliaco, con un Paciuk simpatico, gestibile, collaborativo, chiaccherone fino alla nausea auricolare (esiste? si, io di sera ce l'ho, quindi esiste!), con capricci brevi e facilmente superabili, siamo da qualche giorno passati ad una fase horribilis in cui per ogni "no" scatta un capriccio semi-irreversibile, piange disperato, non c'è verso di intervenire nè spiegandogli con calma le ragioni del "no", nè spiegandogliele un pò più "energicamente", nè ignorandolo, nè alzando la voce... niente. L'unica cosa che funziona è dirgli "se vuoi piangere vai in camera tua". Però non è che mi piaccia molto come soluzione, che significa che in fondo non sto riuscendo a gestire la situazione (neanche troppo "in fondo", del resto) e l'unico metodo che trovo è allontanarlo da me. Normalmente reagisce a questo "strappo" dicendo, ancora con il pianto in gola "ho smesso di piangere" e, dopo qualche singhiozzo, smette.
Ovviamente tutto ciò avviene quando lui è molto stanco o molto affamato (si, non fa come i bambini normali che ti dice "mamma ho fame", no, ti fa una piazzata che vorresti quasi chiamare l'esorcista), quindi ok, la fase di ascolto c'è, comprendo che c'è un motivo, una causa scatenante. Anche se mi aiuta poco.
Tutto questo bla-bla per arrivare finalmente al punto di cui al titolo: a me ogni nuova fase mi getta nel panico. Se razionalmente so che sono fasi che passano, "di pancia" temo che sia irreversibile, che resterà per sempre così, che abbiamo sbagliato tutto. E' pazzesco, non riesco a razionalizzare del tutto! Se ripenso a tutte le fasi vissute fino ad oggi, riesco a ripensarle con distacco, anche quelle più terribili, quando non dormiva o era disperato per l'infezione alle vie urinarie e piangeva 22 ore su 24. 
Le altre era attaccato alla tetta. 
Ecco, se ripenso a quelle fasi li mi dico "beh, sono fasi, sono passate, passano", ma se penso alla fase di adesso, di oggi, mi sembra lunghissima e irreversibile. Quando ci ero in mezzo, esattamente come oggi, se mi fermavo a razionalizzare riuscivo anche a fare discorsi sensati col Pi, ne ricordo uno durante la nostra vacanza in montagna con un Paciuk quattromesenne e simpatico come uno sciame di zanzare in una tenda igloo: "certo che alla fine sono attimi, istanti, perchè su una vita cosa sono pochi mesi di notti insonni? quanto starà in casa con noi? tipo 20 anni? (eeehhh) ecco, vuol dire 240 mesi. Se anche ne passiamo qualcuno senza dormire, può far parte del gioco, è accettabile". Però poi mi disperavo. Ora non mi dispero, mi girano proprio le palle.
Avete uno bravo da consigliarmi?

mercoledì 23 novembre 2011

L'ASCOLTO, questo sconosciuto

Lo so, lo so, me ne dovrei andare a letto, mi cala la palpebra, sono stanca, ho sonno, ma mi è venuto lo sghiribizzo di scrivere un post sugli incontri per genitori che stiamo frequentando io e il Pi.
Abbiamo aderito all'iniziativa pubblicizzata all'asilo. Titolo dei 3 incontri previsti: l'importanza dei NO. Ne abbiamo una vaga idea, ma nella vita non si deve smettere mai di imparare, quindi, seppur sappiamo quanto siano importanti, magari troviamo il modo di farli anche digerire meglio a Paciuk.
La prima serata è trascorsa con i racconti di tutti i presenti delle prodezze dei propri bambini. Un pò una palla, ma anche estremamente formativo per la mia autostima e la mia percezione del mio essere mamma. In sostanza: c'è sempre chi sta peggio. Lo stesso motivo per cui talvolta mi ammorbo con la visione di s.o.s. tata. C'è chi viene picchiato dal figlio duenne, chi ce l'ha fisso nel lettone e "poverino, lavoro tutto il giorno, di notte è così bello averlo vicino, però ora deve smammare perchè vogliamo la sorellina", chi lo rincorre per ore prima che cada sfinito addormentato (il genitore, ovvio) ecc ecc. Io e il Pi eravamo un pò in difficoltà a trovare qualcosa da dire, perchè Paciuk non fa niente di così "eclatante" da meritare di essere raccontato (intendo in termini di monellerie, che starei ore a raccontare le cose che fa e dice, che ne sono orgogliosa!). Spacca le palle, ma mica posso scriverci un romanzo. Dice NO millemila volte al giorno, a volte del tutto a casaccio, cioè dice no ma poi agisce al contrario, tanto per sparigliare le carte. Fa i capricci, ovvio. Stasera per esempio ha fatto una piazzata perchè voleva il pigiama col coccodrillo e non quello col mostro e piangeva calde grasse lacrime per questo motivo.
La seconda serata le educatrici-moderatrici avrebbero dovuto restituirci i nostri racconti elaborati in equipe educativa, in sostanza ricondurre al "generale" ciò che noi avevamo raccontato, senza la pretesa di propinarci delle regole, piuttosto dei consigli. Ognuno poi poteva prendere quel che gli serviva e farne più o meno tesoro.
Peccato che due tizi hanno monopolizzato la serata, riconducendo di nuovo il discorso sul "personale" e tediandoci con la loro creatura, che fa cose davvero pazzesche eh! si si, pensa che ha 2 anni e mezzo e pretende di fare le cose tutte da solo! e addirittura dice di no! e insomma, ha un sacco di ritualità quotidiane costanti e ripetitive... un vero mostro...
L'educatrice ha in tutti i modi spiegato che sono tutti atteggiamenti normali (e noi poveri astanti annuivamo tutti), piuttosto siamo noi genitori a doverci mettere in ascolto per capire da dove derivino per esempio certi capricci, che c'è sempre un motivo, se siamo in grado di leggere i comportamenti dei nostri figli. Risposta: "noi la riflessione e l'analisi l'abbiamo fatta e rifatta, ma quindi adesso cosa dobbiamo fare per farlo cambiare?".
Anche l'educatrice voleva passarle un pizzino con il numero dell'assistente sociale, o, per non smentirmi, avrei potuto proporgli di chiamare per i famosi casting di s.o.s. tata.
Settimana prossima abbiamo la serata conclusiva, chissà se riusciremo finalmente ad ascoltare l'educatrice? 
Certo che noi genitori siamo enormemente autoreferenziali: dobbiamo sempre sempre PARLARE dei nostri figli, della nostra esperienza, di come viviamo noi le cose. Non riusciamo a porci in ascolto di un adulto, figuriamoci se sappiamo ascoltare le esigenze di un bambino, lontane anni luce dalle nostre.

domenica 20 novembre 2011

Celebriamo!

E' con Viva e Vibrante Soddisfazione che oggi celebriamo il PRIMO CONGIUNTIVO DI PACIUK!
Che orgoglio! Che entusiasmo!
"Mamma, avevo paura che cadessi!"
parlava di sé, ovviamente...


mercoledì 16 novembre 2011

La renna smarrita e il cerbiatto impaurito

Il Pi è totalmente stonato. Anche quando fischietta. Non sa battere le mani a tempo e non si ricorda il testo di una canzone manco a pregarlo. Forse forse sa a memoria il girogiro tondo e Bella ciao, ma non di più.
Nonostante questo il Paciuk tutte le sere pretende che lui gli canti un paio di canzoni come ninna nanna. Io gli leggo una (due) storie, poi chiede del babbo. 
Non pago di aver dovuto inventare questo fantastico "pezzo", l'altro giorno nel proporgli i brani possibili, si è inventato "la renna smarrita" e "il cerbiatto impaurito".
Ora, io plaudo all'iniziativa del Pi, davvero, apprezzo.
Però poi come lo spiego al Paciuk che io quelle canzoni (seeeee canzoni!) non le so e che in effetti non le sa nemmeno il Pi, visto che ogni sera gli propone una versione rivista?!
Stasera, in assenza del Pi per la messa a nanna, il pargolo si è accontentato delle mie doti canore, chiedendo però le due famigerate canzoncine. 
L'orgoglio mi ha obbligato non rifiutare e a proporre la mia versione.
"no mamma, non è così" ha sentenziato un severo Paciuk.
Ma com'è che le versioni del Pi vanno sempre bene?!

domenica 13 novembre 2011

L'inps le 100 fatiche di Wonderpit

Visto che al lavoro non hanno più voglia di dimostrarsi disponibili, attenti e sensibili alle problematiche delle mamme lavoratrici, io non sono più disponibile, attenta e sensibile alle problematiche del lavoro d'ufficio. 
Praticamente me ne fotto.
Ho smesso di essere proattiva e propositiva, non dico più quello che penso, non faccio più sapere la mia opinione, mi faccio i cazzi miei. Prima quando dicevo la mia mi ringraziavano e apprezzavano la trasparenza e la sincerità. Ora che non lo faccio più nessuno se ne accorge.
Forse pensano che tutto vada bene, o forse non si accorgono della differenza. Fa riflettere.
Però i sassolini dalle scarpe riesco comunque a togliermeli. Tipo venerdì, quando sono venuti a chiedermi cosa ne pensassi del collega nuovo, dopo che la collega ha sbottato col capo urlando che è un incapace (quello nuovo) e che lei è stanca di parare i suoi errori. Io è da un pò che nutro un pò di dubbi su di lui, però francamente non avevo voglia di investire parole ed energie e andare ancora una volta a bussare dal capo, quindi mi sono fatta gli affari miei. Però dopo aver detto la mia (a domanda, ho risposto), visto che il capo si è pure un pò stupito e stranito di non aver avuto segnalazioni prima, io ho candidamente risposto "nessuno mi ha chiesto di far sapere cosa ne pensassi e del resto non penso sia io la persona che dovesse vegliare e verificare il percorso di formazione del collega nuovo". Tiè, beccati questo.
Che poi tanto solo io ho capito che era un sassolino che mi stavo togliendo, il capo mica l'ha capito.
Comunque, tutto questo per dire che ho un bel pò disinvestito sul lavoro e finchè dura questa mia capacità di fregarmene, ben venga.
Ho quindi deciso di godermi mio figlio durante le vacanze di Natale e per farlo a pieno ho fatto richiesta di congedo parentale dal 24 all'8. In sostanza la maternità che non ho goduto del tutto e che mi spetta fino ai 3 anni.
Sono diligentemente andata sul sito dell'INPS per scaricare il modulo e scopro che dal 1° ottobre le domande si fanno solo via web. Bella idea, penso. L'ho pensato fino a quando non mi sono addentrata nella procedura.
1) Per accedere al servizio devi avere un PIN. La prima parte del pin è stata spedita a casa ennemila mesi fa dall'INPS stessa.
1 bis) cerca la lettera
2) richiedi la seconda parte del PIN tramite portale e attendi l'sms che ti comunica la restante parte del PIN.
3) cerca nel portale il percorso giusto per trovare il modulo di congedo parentale. Si, perchè te ne danno solo una parte, un pò come in una caccia al tesoro, la parte finale te la devi cercare da sola. Per la cronaca, è nel capitolo Invio domande di prestazione a sostegno del reddito > diminuzione capacità lavorativa > MATERNITA - EUREKA! Ecco, io per trovarlo ci ho messo un pò, che non pensavo mica fosse una domanda di prestazione a sostegno del reddito, pensavo fosse la mia voglia di stare con mio figlio, ma quel capitolo li non c'era.
4) Riprova nei giorni successivi a connetterti, che hai trovato il percorso ma il sito non funziona.
5) Scopri che il tuo PIN non va bene, che serve un PIN DISPOSITIVO (?!)
6) capisci come richiedere un PIN dispositivo
7) compila la domanda per PIN dispositivo, stampala, firmala, fotocopia la carta di identità, scansiona il tutto, caricalo sul portale (c'era anche l'alternativa: mandarlo via fax o portarlo di persona (!!) ).
8) attendi l'attivazione del PIN dispositivo
9) una volta ricevutolo (2 giorni dopo), procedere con la compilazione della domanda.
Stando a quanto ti dice il portale, non devi presentare nulla in azienda, che fanno tutto loro. Io per scrupolo ho comunque avvisato, (ah, e il capo ha detto "grazie che me lo chiedi" no, non te lo sto chiedendo, te lo sto comunicando, ma vabbè) e la povera collega dell'ufficio del personale ancora oggi, dopo 15 giorni, si domanda come riceverà la comunicazione della mia richiesta. 
Sono la prima in azienda che la fa da quando è iniziato il nuovo sistema on-line. Che culo!
Si accettano scommesse

giovedì 27 ottobre 2011

super trash

"Tieni papà"
"cos'è?"
"un pezzetto del mio naso"
Il Pi regge il gioco, pensa che Paciuk stia giocando con la fantasia, del resto spesso giocano a "ti rubo il naso", "me lo metto in tasca", "vieni a riprenderlo", "rincolliamolo", "no aspetta è storto", quindi di buon grado allunga la mano verso il fanciullo.
E fu così che si trovò in mano una caccola da guinness.


giovedì 20 ottobre 2011

I love this man!

Il Pi è definito da un nostro caro amico un "fervente democratico", che è un modo carino per dire che è buono e caro fintanto che non gli fai girare le palle.
Oggi ha dato prova della sua particolare indole.
E io plaudo a quest'uomo senza peli sulla lingua.

Vede una sciura (leggasi per i non lombardi: signora di mezza età) che parcheggia -senza contrassegno- sul parcheggio riservato ai disabili. Gentilmente glielo fa notare. Lei risponde "ma mi fermo solo 5 minuti". Sempre gentilmente replica "ma se arriva un disabile in quei 5 minuti mica lo sa che lei sta per tornare! trova il suo parcheggio occupato e basta!" e la sciura: "eh, ma io mi devo per forza fermare, non posso fare altrimenti" (?!) e allora il Pi sbotta:
"Lei signora ha già una certa età, se tra qualche anno avrà problemi e dovrà utilizzare una carrozzina e troverà il parcheggio occupato, sappia che io starò ridendo".

APPLAUSI 

La sciura, non contenta, ha anche avuto il coraggio di replicare "eh ma che educazione!" e lui, ormai visibilmente alterato "IO CHE EDUCAZIONE?! E LEI ALLORA?!" poi, per fortuna, ha lasciato perdere e se ne è andato.

Io alla sciura e a quelli che "parcheggio solo 5 minuti" gli mando comunque un pò della caghetta che ho avuto l'altro giorno. Che se ti devi fermare per forza, divieto per divieto, mettila davanti a un passo carrale no?

lunedì 17 ottobre 2011

sos tata siamo noi?

Abbiamo vissuto un sabato sera surreale.
Io pensavo fosse un semplice invito a cena da una coppia di amici che conosciamo da anni, invece sembrava di essere sul set di sos tata.
Peccato che la tata non ci fosse, c’eravamo solo io, il Pi e un Paciuk incredulo quanto noi.
Mi sono interrogata su quanto possano cambiare le persone “crescendo”.
Lei la conosco da quasi 20 anni, è una di quelle amicizie “larghe”, nel senso che non ci si sente tutte le settimane, ma ci si vede e ci si aggiorna abitualmente. Ho partecipato al suo matrimonio e lei al mio (nello stesso anno), ho condiviso i momenti della sua prima gravidanza e lei della mia (nello stesso anno). Ora lei aspetta il secondo per il mese prossimo e io mi domando se non esploderanno del tutto. E soprattutto mi domando quando è successo che diventassero così fuori di testa.
Con il primogenito sono, secondo mio modesto, irrichiesto e personale parere, diseducativi e a tratti pericolosi.
Il bimbo per esempio ha un rapporto strano con il cibo, non mangia assolutamente verdura, sotto nessuna forma (se non passata), dopo qualche boccone di qualsiasi pietanza che ha nel piatto ci si mette a giocare con le mani come se avesse 8 mesi. Peccato abbia quasi 3 anni, beve e poi lascia uscire dalla bocca socchiusa l'acqua bagnandosi bavaglia, maglietta, pantaloni.
La madre continua a ripetere, ovviamente in sua presenza, facendosi ben sentire “lui non mangia niente, lui non mangia assolutamente verdura”. La sera, molto spesso, cena con l’actimel e le dixi. Si, le patatine al formaggio.
Lei si giustifica dicendo “eh beh, altrimenti non mangia niente”.
Non voglio fare io la parte della tata, davvero, non voglio salire in cattedra e sentirmi brava. Anche noi abbiamo le nostre difficoltà a continuare a ripetere a Paciuk di non usare le mani (talvolta ci prova ancora), di stare seduto finchè abbiamo finito di mangiare, di finire quello che ha nel piatto. Insomma, le solite, noiose ma necessarie regole base del vivere civile a tavola!

Oltre all’argomento cibo, un’altra cosa che mi ha lasciato perplessa è che lo fanno sedere ancora nel seggiolone. Si, quelli “prima pappa”, presente? Gli chiudono anche le cinghie. Forse dovevo aspettarmelo questo, visto che il padre lo metteva nel box anche dopo che aveva iniziato a camminare da un bel pezzo, almeno sapeva dov’era e non metteva a soqquadro la casa! Ora lui è in paranoia perchè il piccolo mette in disordine e gli ripone i  giocattoli almeno 4 volte al giorno. Mentre il piccolo gioca con qualcosa, lui riordina il resto. Poi il piccolo sposta il suo focus e lui riordina ciò che ha appena abbandonato.

Ecco, vi ho dipinto rapidamente il quadro (potrei andare avanti ancora molto, la serata è stata ricca) perché volevo spiegarvi quanto mi sia trovata in difficoltà. Cosa avrei dovuto fare? Prendere in disparte la mia amica e dirle: “ricomincia da capo”? Dirle: “guarda che stanno facendo i casting di sos tata nella nostra città, chiama”? Davvero, mi domando dove finisca il libero arbitrio familiare e dove inizi la “responsabilità sociale”. 
Lei è mia amica. E’ mio dovere dirle qualcosa? È mio dovere dirle quello che penso, anche se lei non ha minimamente chiesto il mio parere o il mio aiuto? Ho ben presente quanto siano fastidiosi i consigli non richiesti, la pretesa di avere la soluzione in tasca e di sciorinartela come se fossi una deficiente che non ci ha pensato prima o non è riuscita ad attuarla, tutte le mamme le subiscono per mesi. 
Per lei è giusto così, è giusto che il marito si arrabbi e urli con il bambino perché è caduto dal seggiolone, anziché A) verificare se si sia fatto male, B) intervenire prima che caschi, visto che era mezz’ora che si era messo in piedi, C) darsi del pirla che lo mette ancora nel seggiolone.
Per lei è normale nutrirlo con le dixi, anche la cena precedente a casa loro, cioè più di 6 mesi fa, la sua cena era stata a base di patatine. Devo fare io la bacchettona?
O devo solo ringraziare quando la serata finisce, darmi una pacca sulla spalla perché il Paciuk NON conosce le dixi e fregarmene del resto?

Voi cosa fareste?

venerdì 7 ottobre 2011

Vi piaccio?

New look!
Il blog ha compiuto un anno a fine agosto e io non l'ho nemmeno festeggiato!
Stasera gli regalo un bel restyling.
Incredibile ma vero, ha incontrato l'approvazione anche dell'esigentissimo e professionalissimo Pi!
E a voi piace?

Atto di fede

Questo post vuole essere un atto di fede verso la mia parrucchiera.
Premetto che ho cambiato 2 parrucchiere nella vita, la prima è durata fino a quando, dopo la gravidanza, ho avuto bisogno di "svecchiarmi" e sono approdata nel salone cool della città. E' che le offerte fanno sempre gola e 29 eurini per taglio, piega, colore o meches, maschera keratinica e un prodotto a scelta, beh, ci ho voluto provare.
Quindi ho acquistato il coupon.
Arrivata nel salone ho iniziato a capire il perchè di groupon come  scelta promozionale: enorme e vuoto.
Mi accolgono due giovani parrucchieri che mi vengono incontro con grandi sorrisi, si presentano e mi fanno accomodare.
Penso: ecco, sono giovani, hanno messo su un salone insieme e ora vogliono farsi pubblicità. Ok, ci sta. 
Iniziamo a parlare dei miei capelli, della mia permanente, della colorazione all'henné che faccio solitamente.
Mi rispondono che loro non usano henné, ma hanno delle colorazioni a base di yoghurt. Mi informo meglio sulla ricrescita, che odio profondamente e la ragazza inizia ad essere evasiva. Insisto. Niente, non è dato sapere se ci sia o meno ricrescita. Opto per un colore solo un pò più caldo del mio, proprio per evitare di incatenarmi alla schiavitù della colorazione ogni mese. Ad ogni modo di tinta si tratta, mica riflessante naturale.
Il mio neurone a quel punto avrebbe dovuto svegliarsi, mandarmi dei segnali di pericolo, invece niente. Muto. Io proseguo imperterrita e scelgo il colore, che viene posato con cura dal ragazzo-fanciullo.
Nel frattempo arrivano in salone un truzzo cinquantenne e due donne apparentemente brasiliane. Scoprirò dopo che il truzzo è il titolare del salone. Niente cooperativa di giovani talentuosi parrucchieri. Eviterò battutacce sul ruolo delle due donne. Andiamo oltre.
Dopo i tempi di posa del colore vado al lavatesta, dove -è d'obbligo dirlo- il fanciullo più effeminato del pianeta mi fa un massaggio epocale alla testa. Proprio li il mio neurone avrebbe dovuto lanciarmi il secondo segnale d'allarme quando, vedendo appiccicata sul pavimento una grande pubblicità di prodotti "eco-bio" chiedo al fanciullo, sperando ovviamente di ricevere maggiori dettagli: "è una linea di prodotti ecologici?". Risposta: "si".
Niente. Altro. Lascio passare qualche secondo di silenzio sperando che lo riempia lui spiegandomi i benefici, le caratteristiche della linea. Nada. Quando il mio neurone bussa è già passato troppo tempo, fare un'altra domanda sarebbe davvero troppo imbarazzante, tanto più che, ridestatosi per un attimo dal torpore, mi suggerisce:  se non ha risposto è perchè non ne sa nulla, non metterlo in difficoltà che poi sembri stronza e ti lava la testa col catrame.
Semplicemente segno mentalmente un "meno" sul quadernino degli appunti.
A quel punto il truzzo, che sta facendo la piega alle due brasiliane, mi urla dall'altra parte del salone "LI TAGLIIII?" e io, adeguando il tono per farmi sentire, tra distanza, phon e acqua che scorre "MAH, UNA SPUNTATINA E UNA SFOLTITA, NON DI PIUUUUU". Annuisce.
Un altro meno per lo scarsissimo savoir-faire. No carino, non ci siamo, (mi sento molto Carla, quella li bionda che fa coppia con Enzo Miccio), non si tratta così una potenziale cliente. Molli il phon, sfoderi un sorriso, mi vieni accanto e mi parli con calma!
Procediamo. Mi fanno accomodare sulla poltrona del taglio.
E. qui. accade. l'incredibile.
Arriva il truzzo (noo! proprio lui me li deve tagliare? ma il fanciullo dal tocco fine no?), prende le forbici e inizia a violentarmi l'acconciatura. Prende grandi ciocche di capelli (per intenderci, su tutta la testa ne avrà fatte massimo 7), le arrotola, poi ci infila con vigore le forbici, non tagliandole di netto, ma tagliando le parti esterne di questi serpentelli di capelli. Ok, è una tecnica che usa anche la mia parrucchiera (giuro giuro non ti tradisco più), ma fa ciocche PICCOLE e non usa le forbici come un aratro, fa piccole incisioni!
Quando molla una ciocca mi scuote i capelli come se stesse girando le caldarroste nella padella forata e prosegue con la ciocca successiva. Totale massimo 7 ciocche, tempo del taglio minuti 4.
Neanche Sweeny Todd era capace di tanto.
Poi si ferma, il demone che l'ha posseduto nei precedenti 4 minuti l'abbandona, mi guarda, dice "va bene?" eh, ormai, che vuoi che ti dica? si si, benissimo, che magari fai altro danno! vai vai dalle brasiliane.
Se ne va, torna il fanciullo che inizia ad asciugarmeli e a farmi la piega con la spazzola. Non mi dilungherò oltre, arrivo subito al risultato: avete presente le bambole che alcuni amanti del kitsch-orror mettono sul letto sedute, tutte ben vestite e pettinate? ecco, c'avevo i boccoli così. Il fanciullo dice "la piega con la spazzola è più bella il giorno dopo", si, dopo che li hai lavati!
Ho resistito ben 2 giorni, stasera li ho lavati e ho la conferma: c'ho i capelli tagliati alla cazzo. Nemmeno il riccio riesce del tutto a nascondere l'obbrobrio perpetrato dal perfido Sweeny Todd. Li ho anche lavati e asciugati 2 volte, sperando in risultati migliori.
E insomma niente, nei prossimi giorni chiamo la MIA parrucchiera, faccio un mea culpa e un atto di fede, le dico che è stato un errore, un vero colpo di testa, che amo solo lei e le chiederò in ginocchio di porre rimedio. Anche se temo che mi proporrà o il taglio drastico o una parrucca.

lunedì 3 ottobre 2011

Non vi vedo!

Perchè non riesco più a vedere l'elenco dei miei lettori?!
Ma voi li/vi vedete li in basso?

uffa!

sabato 1 ottobre 2011

risate matte

Che ridere! sto ancora ridendo adesso al pensiero! Ho un marito trooooppo svampito!

Qualche tempo fa avevo aderito al pif di Bruskamente e attendevo curiosa di ricevere il mio cadeau. Visto che è molto difficile trovarci in casa durante il giorno, avevo chiesto a Bruskamente di inviare il pacchetto in ufficio dal Pi. 
OVVIAMENTE avevo anche avvisato il Pi. Non solo, quando Bruskamente ha pubblicato questo post, mi sono anche premurata di avvisarlo che presto avrebbe ricevuto il mio pacchetto.
Questo è il prologo

Svolgimento:
drin-drin suona il mio cellulare durante la pausa pranzo al lavoro. Dall'altra parte sento un Pi stupito, incuriosito, quasi allarmato
"Wonderpit, maaaaa... sai che mi sto scervellando... per capire.... eh si, sai... chi può averMI mandato un pacchetto..."
io subito capisco che è arrivato il mio cadeau e rispondo con innocenza "bene! è arrivato il mio pif!" 
lui inizia a snocciolare una serie di improperi più o meno volgari e io resto li per li un pò attonita.
"ma che ti prende?!"
"ma hai presente?" risponde il Pi "sono diventato matto per capire chi avrebbe potuto mandarmi questo pacchetto, ho chiamato anche i RIS per rilevare le impronte digitali" (no, ok sto romanzando troppo il racconto) "non c'è scritto il mittente, però ho visto da che zona d'Italia arriva e ho iniziato a pensare chi conosca là, poi guardando il contenuto, beh, non ti dico i commenti in ufficio"
Io ascolto, ma non capisco. Per far capire meglio anche voi ecco una foto:
Insomma per farla breve, al Pi non sfiora nemmeno l'idea che il pacchetto possa NON essere per lui, macchè, piuttosto, incalzato dalle colleghe, inizia a fare fantasiosi voli pindarici pensando a quale SPASIMANTE gli abbia potuto mandare una succosa fragola profuma cassetti, un goloso porta foto-pasticcino, una spilla- fiore e, dulcis in fundo, dei semi di BELLA DI NOTTE (che sono quelli che han fatto scatenare maggiormente le ipotesi più assurde).
E insomma niente, io ho riso come una matta, gli ho dato del babbano, lui ha svelato l'arcano alle colleghe curiose, che già speravano in sordide storie di tradimenti e romantiche fanciulle colpite dal fascino del Pi che tentavano di circuirlo con piccoli oggetti fatti con le loro mani...
Io mi godo il mio sangue rinnovato dalle risate matte e il mio bellissimo cadeau, davvero molto apprezzato, grazie Bruskamente! 

p.s. Bruskamente: i semini quando li posso piantare? ;)

giovedì 22 settembre 2011

Di rendez vous, pance e...

Io questo post ve lo devo, lo devo a tutte voi che avete letto l'evoluzione della pancia (e delle tette!) di Sfolli: CONFERMO TUTTO! 
E' da un pò che non la vedevo, diciamo che l'ultima volta non era ancora ripiena di Picco e quindi era minuta e sottile proprio come ai tempi dell'università.
Ieri sera finalmente siamo uscite io, lei e la Volpe ed è stata una serata piacevolissima. Entrambe splendide con le loro pancette da circa 27 settimane (eh non mi ricordo la settimana giusta, so che sforneranno entrambe a inizio gennaio) e dei decolté da invidia.
La Volpe più consapevole di quello che l'aspetta e quindi più disincantata (e anche un pò insofferente, che a lei piace di più il dopo-dopo), Sfolli elettrica e galvanizzata e entusiasta e terrorizzata e FELICE. 
Era talmente elettrizzata e coinvolgente nel suo entusiasmo che è riuscita perfino a far cambiare tavolo ad un signore che era comodamente seduto accanto a quello che avevamo scelto noi perchè LUI stava fumando. Mi spiego meglio: arriviamo in questo locale ALL'APERTO, che ha PARECCHI tavoli liberi. Ne scegliamo uno, stiamo per accomodarci e Sfolli si accorge che in quello accanto c'è un tizio che fuma. E' riuscita a farlo spostare. 
Ognuna vive a modo suo i fatidici 9 mesi, Sfolli è una di quelle che "sto facendo una cosa meravigliosa, sto portando avanti la specie, inchinatevi". Io ero uguale! Mi sentivo come la prima donna che si riproduceva sulla faccia della terra. Ovviamente poi in serate come quella di ieri non ci si trattiene nemmeno, che se non si è spontanee tra amiche, con chi? Quindi sfoggiava il suo pancino (e non solo!) a destra e a manca. 
Bello! speriamo di riuscire a incastrarci di nuovo per un'altra serata, prima che entrambe sfornino.

mercoledì 21 settembre 2011

Urge Psicozia

Da due settimane e mezzo Paciuk frequenta il nuovo asilo.
Da due settimane e mezzo cerco di carpirgli dettagli su che giochi faccia e con chi.
Fino a ieri alla domanda "con chi hai giocato?" rispondeva "amici" oppure "bambini".
Ieri sera, finalmente, l'illuminazione:
"Paciuk, con chi hai giocato oggi?"
"co Thomas"
"Ah! che bello! è un tuo nuovo amico!"
"ssi"
Questa mattina il Pi scambia due parole con l'educatrice.
E scopre che non esiste nessun Thomas in tutto l'asilo.

giovedì 15 settembre 2011

Cominciamo bene

"Paciuk, e tu cosa farai da grande? che lavoro farai?"
"niente, sto a casa"
forse non ha capito cosa intendevo
"non vai in ufficio come la mamma e il papà?"
"no, sto a casa"
ok, aveva capito benissimo. Stiamo messi bene.

venerdì 9 settembre 2011

Come fanno a dormire le facce di bronzo

Davvero io me lo domando.
Come fanno a predicare bianco, fare nero e poi guardarsi serenamente allo specchio?
Ok, io sono una fissata con la coerenza e magari esagero, però davvero certa gente ha la faccia come il culo.
La causa scatenante del mio quesito è, tanto per cambiare, il lavoro. Si riempiono la bocca dicendo che "agevolano il lavoro femminile", "vanno incontro alle madri lavoratrici con orari flessibili" e quando poi è il momento di usufruire di questa predicata apertura mentale, ti rispondono che no, purtroppo non è possibile, perché si creerebbe il precedente e poi bisognerebbe concedere a tutti ciò che concedono a me. 
Non voglio entrare nel dettaglio di cosa io abbia chiesto, di cosa fino ad oggi abbia fatto, di cosa abbiano già ottenuto altre colleghe in termini di deroghe ecc, rientrerei nuovamente nella mia solita polemica lavorativa che è senza fine (l'unica fine è la lettera di licenziamento immediata). Non è solo un problema di "do un des" assolutamente mancato e di unidirezionalità delle loro richieste, quello che proprio mi chiedo stasera è come fanno a non farsi schifo. 
Come fanno a conciliare nella loro coscienza (ah, forse è qui il punto, la coscienza... ce l'hanno?) quello che predicano con ciò che poi effettivamente mettono in pratica.
Ma il problema è che magari loro ne sono pure convinti, di fare il bene delle lavoratrici, di non avere alternative. Forse è questo il punto, non si rendono nemmeno conto. Perché io SPERO che se solo nella loro testa avessero il minimo dubbio di essere degli stronzi, ecco, io spero che in quel caso proverebbero schifo per se stessi.
Il mio ottimismo e la mia fiducia nell'essere umano mi fa pensare, ancora una volta, contro ogni apparenza, che loro siano in buona fede, che siano talmente OTTUSI da non rendersi conto di avere un'alternativa, di non rendersi conto di non poter solo chiedere.
Questa è l'unica cosa che mi tiene a galla. Spero di non perderla mai questa fiducia, perché nonostante le batoste che ogni tanto arrivano, penso che sia comunque premiante.
Io avrò anche un eccessivo livello di coerenza, ma quando io mi guardo allo specchio, so sempre cosa aspettarmi da quella faccia li.

martedì 6 settembre 2011

Appunti delle vacanze

Eccomi qui di ritorno!
non so bene da che parte cominciare, perchè le ultime due settimane sono state davvero ricche e bellissime, ho scoperto (abbiamo, in realtà) che le vacanze in montagna non solo sono fattibili, ma sono pure meglio di quelle al mare, soprattutto in agosto: meno stress, meno gente, più aria per tutti, un sacco di possibilità, anche per famiglie con bimbi. Non so se è una prerogativa solo dell'Alto Adige, ma quella regione veramente è super! Parchi stupendi, sentieri di tutte le difficoltà, escursioni in bici, in ovovia, in treno: di tutto!
Noi ovviamente non ci siamo fatti mancare nulla, non saprei però dirvi cosa mi sia piaciuto di più, se la gita all'Alpe di Siusi e relativo sentiero delle streghe, o la biciclettata da San Candido a Linz (47 km, tutti in discesa però!) e ritorno in treno, o, più semplicemente, i pomeriggi nella piscina fuori casa, dove il Paciuk si è finalmente lasciato andare e ha mollato la modalità-koala per nuotare da solo con i braccioli. 
E' stato fantastico godersi il sole e anche il fresco, sapendo poi che a casa stavano boccheggiando, in quella che senz'altro è stata la settimana più torrida dell'estate. Ecco, in quella settimana noi la sera avevamo 15 gradi e dormivamo col piumino! GODURIA!
L'ulteriore conferma del successo della vacanza è che nè io nè il Pi, che normalmente superata la prima settimana iniziamo ad avere la SEHNSUCHT NACH HAUSE/SAUDADE , questa volta non smaniavamo per tornare, l'unica cosa che davvero ci mancava, oltre al Pel, era il nostro materasso. Ormai abbiamo una certa età e se non dormiamo bene ci svegliamo acciaccati.
Il Paciuk in questo periodo è una macchinetta-sforna-parole, è un continuo PERCHE, ne snocciola anche 5 o 6 consecutivi. Oggi, addirittura, quando all'ennesimo PERCHE la Nonna Super gli ha risposto "non lo so", lui l'ha incalzata con un "lo so io, nonna" e le ha fornito la sua spiegazione. So che "ogni scarrafone è bello a mamma sua", ma a me fa un sacco tenerezza e un sacco ridere. La novità di questi giorni, sempre dal punto di vista linguistico, è l'utilizzo dei superlativi: è tutto bellissimo, sporchissimo, malatissimo, bagnatissimo... con la s particolarmente pronunciata, oltretutto: uno spasso!
Aggiungo, a coronamento di tutto quanto, che oggi, rientrando al lavoro, ho trovato anche una bella sorpresa: hanno assunto un ragazzo cui finalmente potrò scaricare parte del mio lavoro... 
Ho quasi paura di svegliarmi da questo sogno!


sabato 13 agosto 2011

Il 25 Aprile non si tocca

A me 'sta storia che il 25 Aprile me lo spostano sempre di lunedì mi pare una cacata pazzesca.
Praticamente il 25 Aprile diventerà 24 o 26 o altro a seconda delle esigenze di calendario. Mi sono sforzata, giuro, ma non ne capisco i vantaggi. 
Cosa cambia? Piuttosto vieta alle aziende di fare chiusure "ponte", se proprio vuoi far girare l'economia! 
Anche se in questi ultimi periodi queste festività hanno permesso alle aziende di far smaltire ferie arretrate ed evitare di pagarle...
Ma poi, parliamone, veramente 3 festività all'anno possono risollevare le sorti dell'economia? Parlo di 3 festività perchè solo le festività NON RELIGIOSE sono incluse in questo provvedimento. Se penso al calendario mi vengono in mente solo 25 Aprile, 1 Maggio e 2 Giugno. Tutte le altre sono festività religiose, quindi non si toccano.
Porca paletta per noi il 25 Aprile è più importante e più sentito del 25 Dicembre! Ho partorito il 17 Aprile ma nemmeno quell'anno mi sono persa la manifestazione, ho barcollato con sorriso ebete in mezzo alla folla di facce conosciute, gongolandomi per la creatura e inglobando tutti i complimenti, spingendo appoggiandomi alla carrozzina per stare in piedi.
Eh no, io mi oppongo vostro onore! utilizzerò un giorno di ferie per tutti i 25 aprile che mi verranno scippati!

mercoledì 10 agosto 2011

Count-down

Mancano 19 ore lavorative alle tanto sospirate ferie.
Non è poi così male aver scelto questo turno quest'anno. Ho potuto chiudere un pò di arretrati, archiviare roba vecchia di millenni e girovagare tanto tanto nel web.
spero solo che non controllino le connessioni di questi giorni.
Ho anche iniziato a preparare il materiale per le mie nuove collane. Se verranno carine posterò una foto a tempo debito.
Da un lato mi sento in colpa per questa inattività, dall'altro mi auto-giustifico dicendo che non ho deciso io che andasse tenuto un presidio, quindi non è un problema mio. Ogni anno è la stessa storia, ci obbligano a rimanere e dobbiamo accordarci tra di noi per i turni. Manco vendessimo farmaci salva-vita, che dobbiamo garantire la presenza! Che poi anche le (poche) telefonate ricevute devo per forza liquidarle con un secco ma gentile "siamo chiusi, mi dispiace", che tanto anche se avessi a magazzino quello che chiedono, chi glielo porterebbe? E qui la domanda sorge spontanea: una bella segreteria telefonica che risponda anche più gentilmente di Wonderpit no?! vabbè, l'ho già scritto, perversioni da capi.
Uno dei grossi vantaggi di questa situazione è che non sarò presente alla riapertura, quando tutti si rimetteranno all'opera, i telefoni saranno bollenti, i clienti sulla via dell'imbufalimento e in un *puf* si disintegreranno i benefici delle ferie. No! io sarò in montagna da soli 3 giorni e quando toccherà a me rientrare, la routine sarà già ben rodata e non dovrò subire gli inghippi derivanti dai giorni di stasi. Non male eh?

Tanto per non mettere la solita, noiosa etichetta "lavoro" a questo post, vi aggiorno anche sull'altro mio argomento preferito: Paciuk.
In questi giorni se la sta spassando a casa con la Nonna Super, che dal canto suo non vede l'ora che finisca la settimana, perchè il pargolo ha pensato bene di farsi spuntare uno- o duemila molari proprio in questi giorni ed è simpatico come uno sciame di zanzare.

Mancano quasi 18 ore lavorative e mezza alle ferie. Ma forse è meglio aspettare l'uscita dei molari...

lunedì 8 agosto 2011

Di etichette e weekend

Forse esagero con due post in un giorno solo, ma, come avrete potuto capire, c'ho bisogno di riempire del tempo!
Quindi in questo mare di minuti tutti vuoti ho pensato di mettere le etichette ai miei post precedenti e ho tristemente scoperto che ciò di cui  scrivo ampiamente è il lavoro: non è una cosa buona!
Dovrei invece scrivere maggiormente del mio Paciuk (è quasi testa a testa col lavoro!) e di quanto sia meraviglioso e rompipalle!
Questo weekend, per esempio, siamo stati al lago ospiti di amici che hanno una nana che ha un mese meno del Paciuk. Io e la mamma della suddetta ci siamo conosciute e piaciute al corso preparto e siamo diventati amici. Prima in 4, ora in 6.
Siamo stati al lago da loro, dicevo, ed è stato bellissimo: relax totale, unico obiettivo della giornata: cibo e svacco.
Ho avuto modo di constatare però che esistono nani meno impegnativi del mio! La loro nanetta è l'antitesi del Paciuk: è calma, misurata, anche quando fa (raramente) i capricci li fa sottovoce, ogni tanto va in un angolino tranquilla per ricaricare le pile... cioè un attimo prima corre felice nel prato, un attimo dopo è sul divano sdraiata, con le mani dietro la testa e le gambe incrociate. Sta li una decina di minuti e poi riparte.
Ora, io sono combattuta tra l'invidia profonda e l'orgoglio materno per un figlio "capa tosta" come il mio. Il fatto è che la nanetta non è affatto "indietro", è una bambina deliziosa, per niente antipatica, solo più CALMA! ma dov'è che si ordinano così? No, perchè io il Paciuk lo amo davvero, ma talvolta è proprio uno straccia palle impegnativo! Se si mette in testa una cosa, per fargli cambiare idea devi SPIEGARGLIELO per bene, devi CONVINCERLO che hai ragione tu, mica cambia idea a caso! Devi sempre argomentare in modo convincente, la qual cosa mi sta facendo raggiungere una dialettica di tutto rispetto. Ha già cominciato con i temibili PERCHE'... ma non dovrebbero iniziare verso i tre anni? Lui è già da un paio di mesi che ci mette alla prova: "cos'è quello?" "il cimitero"
"il cimitero delle macchine?"
"no, il cimitero delle persone"
"perchè delle persone?" AIUTO
Però in questo fine settimana, così come nel precedente (ospiti di altri amici, su un altro lago!) mi sono anche resa conto di che amici nuovi belli che abbiamo. Sono amicizie recenti, ma sia con i primi che con i secondi abbiamo brillantemente superato la prova convivenza-con-nani, che non è affatto poco. Le vacanze precedenti a queste due con altri amici (noi non ancora nano-muniti) si sono concluse: caso A: abbiamo diversificato il percorso del viaggio (eravamo in Marocco) e non ci sentiamo più da allora; caso B: abbiamo diradato drammaticamente gli incontri, non so nemmeno se e dove vadano in ferie...
Adesso non so nemmeno io bene come concludere questo post, che in effetti è un pò uno stream of consciousness, solo un filo più elaborato. E allora lo finisco QUI.


Noia mortale

C'è nessuuuuunoooooo?!
mamma mia che noia mortale.
Sono in ufficio mentre l'azienda è chiusa (perversioni dei capi "bisogna garantire la presenza, anche se siamo chiusi". Già, vuoi mettere che figata sentirsi rispondere da me "siamo chiusi" piuttosto che dalla segreteria telefonica? eh beh)
Non ho NIENTE da fare, ho anche già archiviato TUTTO l'arretrato (non so se mi spiego!)
L'unica cosa che potrei fare è TRASLOCARE l'archivio dalla piccola stanza dell'interrato alla cantina accanto (altra perversione dei capi...).
vorrei mettermi a leggere il libro della Vargas che giace sul comodino in questo periodo, ma non posso nemmeno essere troppo spudorata perchè tra i pochi presenti c'è il figlio del Boss. E' vero che pure lui sta cazzeggiando, ma devo darmi un contegno, sia mai...
Insomma, come ci arrivo a venerdì? aggiornate i vostri blog, almeno leggo qualcosa!

giovedì 4 agosto 2011

Angolo dello sfogo

E' da un pò che non vi tedio con questioni lavorative, ma sarà il caldo, sarà il bisogno di ferie, oggi sono fuori dalla divina grazia.
Sono venuta a conoscenza di due simpatiche informazioni. Entrambe illuminanti circa l'ambiente malato in cui lavoro.
La prima storiella, ahivoi, necessita di una premessa: quando sono stata assunta (4 anni fa) qui lavorava un mio omonimo, persona squisita, davvero il collega che ciascuna vorrebbe avere. Ottimista, propositivo, mai immusonito. Il suddetto aveva deciso di intraprendere un'altra strada e voleva quindi mollare il suo part-time qui. Anche per questo assunsero me. Lui si è sfilato pian piano, continuando a fare di tanto in tanto delle consulenze, per poi chiudere DEFINITIVAMENTE dopo la mia maternità (durante la quale fu nuovamente coinvolto perchè non sapevano dove sbattere la testa). Fine della premessa.
Scopro che l'hanno di nuovo coinvolto per seguire un nuovo progetto di un mio cliente tedesco. E' un progetto molto importante per l'azienda e i capi ci tengono particolarmente.
Quindi l'hanno affidato a qualcun altro.
2+2=4
Che il problema non è che si siano voluti rivolgere a lui, perchè non sono così presuntuosa, io so che sul piano tecnico faccio spesso fatica a interloquire in tedesco col cliente, l'omonimo è molto più sciolto di me, padroneggia meglio la lingua, niente da dire. Quello che mi manda in bestia è IL SEGRETO, la mancanza totale di coinvolgimento. Da notare che so perfettamente che il cliente ci ha chiesto di fargli quella quotazione, perchè l'ha mandata a me e ho gestito io la pratica! Almeno fino ad oggi.
Sono dei maschilisti di merda, che accamperanno scuse assurde quando -per forza di cose- dovranno dirmelo.
Sono gli stessi che poi mi chiedono di fargli avere il mio piano famigliare dettagliato, vogliono sapere cioè quando INIZIERO' A CACCIARE LA CICOGNA! Qualsiasi ulteriore commento mi pare superfluo.
E' una strada tristemente a senso unico: si aspettano totale devozione e disponibililtà, poi però tralasciano di coinvolgermi in questioni che invece, ufficialmente, competerebbero a me. 

L'altra simpatica scoperta è che per questa sera è organizzata una cena con 23 persone (in azienda in tutto siamo circa 120).
Gli inviti sono stati inoltrati direttamente dal direttore di stabilimento e da Sua Maestà il Boss  e ufficialmente si tratta di una riunione per i capi reparto.
Perfetto.
Peccato che di quei 23 almeno 5 siano i capi di stà minchia (perdonate il francesismo) e che altri responsabili (guarda caso donne) di altri uffici non siano stati invitati.

Ma allora cosa dite, lavoro o no in un posto di merda?! 

mercoledì 3 agosto 2011

Un consulto

Ho bisogno di un consiglio e so che qui lo posso trovare (anche se nessuno ha risposto al mio pay it forward, vabbè).
Ieri su FB un mio compagno delle medie mi ha chiesto l'amicizia e io, di slancio, gliel'ho confermata. Grazie a FB abbiamo già organizzato una bella rimpatriata l'anno scorso, è stato piacevole rivedere i vecchi compagni e quindi mi faceva piacere aggiungere un altro nome per poter organizzare più agevolmente eventuali altre pizzate. 
Circa 35 secondi dopo che gliel'ho confermata mi becca in chat. Parte con le solite cose "ciao" "come va?" "sei sposata?". E' stata la terza domanda, in fila. Dopo 17 anni che non lo vedo e non ci parlo. E a dirla tutta nemmeno alle medie ci parlavo molto, che lui era del tipo timidone-sfigato e io ero un pò snob, molto ambita e un pò me la tiravo (poco però, diciamo il giusto).
Per gentilezza dopo la risposta ho anche controbattuto con un "e tu" e li ho capito in che macello mi ero infilata. Ha iniziato a raccontarmi che è appena uscito da una storia di 6 anni, che è stato mollato, che non convivevano ma ci stavano pensando.
Ora, la prima domanda che mi sorge è: perchè me lo racconti? cioè, cosa ti aspetti che io ti risponda? non ti conosco, non so chi sei, cosa vuoi che riesca ad inventarmi se non un banale e vagamente irritante "meglio prima che dopo"?
Poi mi da tregua per un attimo, io continuo a giocare a solitario, lui torna e riattacca "complimenti, sei migliorata con gli anni".
E anche qui il mio cervelletto subito elabora (ma la bocca tace, per fortuna): perchè, prima ero un cesso?! ma soprattutto, non hai letto la risposta alla domanda numero 3? "si, sono sposata e ho un bambino"... a me pareva chiaro!
Presa dalla curiosità -che se non fossi curiosa non sarei nemmeno su FB a permettere a chicchessia di farsi i cacchi miei- vado a vedere le foto del suo profilo: una catastrofe. Se dovessi stendere un profilo spietato direi semplicemente: solo e sfigato. Non un amico nè un'amica, sempre foto da solo, in posa, in posti assurdi (seduto al ristorante; in piedi, vestito davanti ad una piscina; al bar davanti ad una coppa di gelato...)
Prosegue: "mi viene da ridere ... pausa...aspetta la mia reazione, che non arriva... alle medie ero così timido che non ti parlavo mai" -bei tempi-, fa il mio cervelletto, poi mi ripiglio e rispondo "in effetti penso di averti sentito parlare si e no 4 volte in 3 anni." frecciatina che non coglie. Avrei voluto aggiungere un "parlavi poco anche quando eri interrogato", ma mi sembrava una cattiveria gratuita e da snob, ma forse era meno criptica e mi mollava al volo.
Vabbè, poi inizia a chiedermi del lavoro, mi chiede se ho proseguito gli studi dopo le medie (!) e altri bla-bla sull'ultima reunion di classe cui lui non aveva partecipato (e me ne sono guardata bene dal chiedergli perchè). Insomma, in una pausa (lui poi si è scusato dicendo che aveva la chiavetta lenta -santa chiavetta!) mi sono messa off e quindi non ha più potuto scrivermi.
Fine del primo atto.
Stasera faccio appena in tempo a fare il login e chi ti trovo in chat? ma certo! mi scrive (testuale, solo usando il mio vero nome) "Wooooooondeeeeeer" che a me ricorda un sacco Jack Nickolson in Shining quando chiama la moglie, va bè, lo ignoro, faccio finta di essere altrove.
"come va?" insiste.
Ora, io ho continuato a ignorarlo e continuerò a farlo, non era questa la domanda che volevo porvi. Piuttosto: quanti giorni devo far passare prima di eliminarlo dall'elenco di amici senza che se ne accorga?!

lunedì 1 agosto 2011

Pay it forward!

Tramite bruskamente vengo a conoscenza di questo carinissimo pay it forward e volentieri lo pubblicizzo, in attesa di ricevere il mio cadeau!

Le regole sono tre:
1) le prime 3 persone che lasceranno un commento su questo post riceveranno un cadeau fatto da me entro i prossimi 365 giorni;
2) in cambio, dovranno a loro volta “sdebitarsi”, assumendosi lo stesso impegno sul loro blog contraccambiando, sempre con una propria creazione, il dono ricevuto dal blog a cui si sono iscritte
3) il regalo verrà spedito solo a chi pubblicherà un post simile a questo, sul proprio blog e lascerà il link qui sotto.

mercoledì 27 luglio 2011

Una bella storia

Lui è diventato un bel ragazzo, ha i capelli corti e rossicci, le fossette sulle guance quando ride. Ride spesso, in modo contagioso e quando lo fa gli ridono anche gli occhi.
Ora ha preso in gestione il ristorante di famiglia, il padre piano piano si sta sfilando dall'attività e anche gli zii stanno lasciando posto alla nuova generazione.
Quando lo incontro penso sempre alla prima volta che l'ho visto. Io avevo 7 anni, lui 33 giorni. Era arrivato a casa qualche giorno prima, dopo che il giudice aveva avvisato i neo-genitori adottivi che un bimbo era disponibile nell'ospedale della provincia vicina. "Buongiorno, sono il Giudice, avete intenzione di partire per le ferie? C'è un bambino disponibile per l'adozione, volete vederlo?".
Attimi di panico. Aspettavano da tantissimo quella telefonata, tanto che quasi quasi non ci pensavano più. Di sicuro poi non con così poco preavviso. Era fine luglio e la settimana dopo sarebbero partiti per le vacanze.
"ehm, certo. Quanto ha il bambino?"
"25 giorni"
"ah. E... come sta?"
Avevano indicato nella domanda di adozione che avrebbero accettato  bambini con lievi malformazioni, piccoli problemi fisici.
"è perfetto, sta benissimo. Semplicemente la madre è molto giovane, minorenne, per questo la scelta di darlo in adozione. Ma è in piena salute".
Da li la corsa contro il tempo. Avevano confermato ovviamente al Giudice la loro disponibilità, a quel punto si trattava di preparare tutto il necessario, perché ovviamente non conoscendo prima l'età del bambino da adottare, era impossibile preparare la cameretta, acquistare il necessario, preparargli un corredo.
Quindi in pochi giorni si erano procurati tutto, dalla culla al passeggino, dai vestiti ai pannolini e poi qualche giocattolo, prodotti per la cura del bebè e, probabilmente, anche un libro di puericultura.
5 giorni dopo erano a casa, con il loro fagottino nuovo da conoscere e, sicuramente, un pò di paura per quel sogno che si realizzava.

Sono passati 26 anni e conoscendo la sua storia si può senz'altro dire che lui è stati fortunato, è capitato in una buona famiglia e ha anche un fratello di 17 anni (arrivato per caso o per miracolo in modo naturale). Ancora oggi quando lo incontro non riesco però a non pensare a quella sliding-door: come sarebbe stata la sua vita? Che faccia ha oggi la ragazzina che l'ha partorito? Chissà se pensa a lui, chissà se ha altri figli.
Quando gli si pongono queste domande lui semplicemente risponde che la sua famiglia è quella che lo ha adottato e che lo ha cresciuto. Chapeau.