mercoledì 19 dicembre 2012

L'inspiegabile consuetudine delle recite

Sono reduce dalla festa di natale della materna. Mi sto ancora interrogando sul perché.
Non sul perché ci sia andata, che è ovvio e chiaro a tutti, ma sul perché esistano e persistano certe abitudini.
Perché si passano mesi a preparare abiti e scenografie e a tediare i bambini per imparare canzoncine e mossettine? Perché tutto ciò, se tanto è palese che tutti guardano con gli occhi dell'amore il proprio pargolo per poi frantumarsi le palle le mezz'ore restanti?
Ripenso con nostalgia alla festa dell'anno scorso, quando ci si è trovati semplicemente per passare del tempo insieme, senza nulla di eccessivamente strutturato, se non un cartoncino rotondo da decorare insieme ai propri figli e da appendere poi su un cartellone a forma di albero. Poi merenda e chiacchere. Stop. 
Che se vogliamo essere onesti la festa di quest'anno non è stata nemmeno una delle peggiori, che non era una vera e propria RECITA, non c'era né una storia, né delle parti da recitare. Semplicemente i più piccoli si sono palesati vestiti da frutta e verdura (ovviamente Paciuk era il più bello, vestito da uva) perché il filo conduttore dell'anno scolastico è il vivere sano, hanno ballucchiato un pò, salutato i genitori e poi hanno fatto la macedonia e il minestrone, rimescolandosi tutti al centro. I più grandi invece hanno fatto dei giochi di psicomotricità così come fanno (penso) durante l'anno. Ecco. Bravi nè, ma dopo pi primi 3 minuti anche basta!
E mi domando: ma ho trovato deliziosi i piccoli vestiti da frutta e verdura solo perché il mio pargolo apparteneva a quella categoria o perché erano oggettivamente teneri? propendo per la prima ipotesi. 
Ad ogni modo quel che mi è più spiaciuto è il non avere avuto l'occasione di scambiare quattro parole con gli altri genitori, che vediamo sempre di fretta all'ingresso o all'uscita, oppure con le maestre, anche loro sempre veloci come treni in settimana. E' vero che lo spazio per far pascolare un'ottantina di bambini e relativi genitori non c'era, quindi la logistica sarebbe stata troppo complicata, però avrei gradito qualcosa di più... free style! 
Grazie al cielo ci hanno risparmiato almeno il lavoretto, l'unica cosa che abbiamo portato a casa (versando i tre euri di contributo) è il fantastico vestito da uva,che verrà prontamente riciclato a carnevale!