mercoledì 19 dicembre 2012

L'inspiegabile consuetudine delle recite

Sono reduce dalla festa di natale della materna. Mi sto ancora interrogando sul perché.
Non sul perché ci sia andata, che è ovvio e chiaro a tutti, ma sul perché esistano e persistano certe abitudini.
Perché si passano mesi a preparare abiti e scenografie e a tediare i bambini per imparare canzoncine e mossettine? Perché tutto ciò, se tanto è palese che tutti guardano con gli occhi dell'amore il proprio pargolo per poi frantumarsi le palle le mezz'ore restanti?
Ripenso con nostalgia alla festa dell'anno scorso, quando ci si è trovati semplicemente per passare del tempo insieme, senza nulla di eccessivamente strutturato, se non un cartoncino rotondo da decorare insieme ai propri figli e da appendere poi su un cartellone a forma di albero. Poi merenda e chiacchere. Stop. 
Che se vogliamo essere onesti la festa di quest'anno non è stata nemmeno una delle peggiori, che non era una vera e propria RECITA, non c'era né una storia, né delle parti da recitare. Semplicemente i più piccoli si sono palesati vestiti da frutta e verdura (ovviamente Paciuk era il più bello, vestito da uva) perché il filo conduttore dell'anno scolastico è il vivere sano, hanno ballucchiato un pò, salutato i genitori e poi hanno fatto la macedonia e il minestrone, rimescolandosi tutti al centro. I più grandi invece hanno fatto dei giochi di psicomotricità così come fanno (penso) durante l'anno. Ecco. Bravi nè, ma dopo pi primi 3 minuti anche basta!
E mi domando: ma ho trovato deliziosi i piccoli vestiti da frutta e verdura solo perché il mio pargolo apparteneva a quella categoria o perché erano oggettivamente teneri? propendo per la prima ipotesi. 
Ad ogni modo quel che mi è più spiaciuto è il non avere avuto l'occasione di scambiare quattro parole con gli altri genitori, che vediamo sempre di fretta all'ingresso o all'uscita, oppure con le maestre, anche loro sempre veloci come treni in settimana. E' vero che lo spazio per far pascolare un'ottantina di bambini e relativi genitori non c'era, quindi la logistica sarebbe stata troppo complicata, però avrei gradito qualcosa di più... free style! 
Grazie al cielo ci hanno risparmiato almeno il lavoretto, l'unica cosa che abbiamo portato a casa (versando i tre euri di contributo) è il fantastico vestito da uva,che verrà prontamente riciclato a carnevale!


mercoledì 7 novembre 2012

Privilegi

Di recente abbiamo visto i nostri Amici, quelli protagonisti dell'Estate nera e di un non molto più roseo autunno.
Abbiamo prima organizzato una cena a casa nostra con quelli che hanno dovuto reinventarsi famiglia, reimpostare la routine e riorganizzarsi i tempi, ora che i figli non sono più due, ma solo uno.
Poi l'altra sera ci siamo mangiati una pizza a casa con quelli che invece hanno dovuto iniziare il loro percorso di famiglia non preoccupandosi solo di pannolini e poppate, ma piuttosto di chemio e intervento.
Non c'è bisogno di ribadire che voglio bene a entrambe le famiglie, che in quanto amici li abbiamo scelti, quindi è chiaro che mi piacciano.
Il valore aggiunto, che mi riempie il cuore, è la sensazione di essere privilegiata ad avere degli amici così.
Molto spesso con la Volpe ci troviamo a parlare di amicizia, del tempo che si dedica alle amicizie, di come si diventi più selettivi col passare degli anni. Ecco, se è vero che il tempo libero si riduce ed è quindi necessario investirlo con le persone giuste, io sono profondamente orgogliosa di riuscire a passarne un po’ del mio con queste persone qua. Mi arricchiscono, mi fanno sentire "piena". Sono delle belle persone, con una forza interiore fuori dal comune e chi ha il privilegio di potergli stare vicino non può che venirne contagiato.

giovedì 11 ottobre 2012

A voi è mai capitato?

Sono gli ultimi giorni di bel tempo e giornate semi-lunghe e cerchiamo quindi di sfruttarle fino in fondo. All'uscita dalla scuola materna io e Paciuk siamo andati al parchetto, dove ha giocato un pò con una bimba sconosciuta di poco più grande di lui.
La bimba era la versione femminile di Paciuk: chiaccherina come Ciucchino e molto socievole.
Ovviamente hanno subito legato!
La bimba era li con il padre ed è proprio questo di cui voglio parlarvi: i due marmocchi stavano giocando sul castello-scivolo e ovviamente inventavano giochi e modi nuovi per divertirsi. La mia linea normalmente è di intervento nullo o ridotto all'osso: in sostanza lascio che sperimenti, a meno che metta a rischio la sua o l'altrui incolumità. 
Il padre della bimba non la pensava come me, quindi quando Paciuk si è sdraiato per scendere dallo scivolo lo ha apostrofato "no! non si scende così, ma seduto!".
La figlia, abituata alle paranoie del padre, se ne sbatteva allegramente dei suoi richiami e gli rispondeva "si, ma io sono monella" e faceva quel che aveva in testa.
I due stavano poi per andare sotto lo scivolo e subito il paranoico: "non andate li, c'è sporco" (?!), poi si sono allontanati di 5 metri per giocare con l'erba e ancora "venite qui, andate sullo scivolo".
Io non sono stata capace di intervenire. Non sapevo come fare! Avrei dovuto dire a Paciuk: "questo è paranoico, tu puoi scendere sdraiato dallo scivolo e anche risalire al contrario, se lo fai in sicurezza e senza rompere agli altri bambini!".
Invece me ne sono stata seduta li vicino a guardare fiera il mio omino che -tentava- di sperimentare. Probabilmente ho fatto anche la figura della madre che se ne sbatteva!

Voi che avreste fatto?

Altro quesito: anche voi pensate come me che la frase "bambini piccoli, problemi piccoli, bambini grandi, problemi grandi" sia una cazzata?" no, perchè io ne sono convinta! 
Magari ci dedicherò un post, devo raccogliere un pò le idee, intanto ditemi come la pensate voi!

venerdì 5 ottobre 2012

L'incredibile opportunità che ti danno i figli

E' stata una settimana particolarmente densa quella che si sta completando. Talmente densa che ieri sera alle 21.40 già giacevo nel letto priva di conoscenza.
Mercoledì il Pi è andato alla prima assemblea di classe. La prima dell'anno scolastico e la prima della sua vita in qualità di genitore. Che fino adesso al nido abbiamo scherzato, ma alla scuola dell'infanzia si fa sul serio, con rappresentanti, referenti, coordinatori e compagnia cantante.
Avevamo concordato la linea da tenere: "quest'anno partecipiamo da osservatori, capiamo come gira, non ci facciamo incastrare".
In effetti il Pi non si è fatto eleggere rappresentante di classe.
Ma si è candidato come referente di tutti i rappresentanti di classe. Praticamente è il tramite tra i rappresentanti di classe e il consiglio d'istituto nonché degli organi superiori.
Ah ma quest'anno non ci facciamo fregare eh. No no.
Il suo ruolo era vacante –chissà come mai- da diversi anni, perché non si trovavano genitori disponibili.
Una volta data la disponibilità ha anche scoperto che l'incarico dura due anni.
No ma noi siamo quelli che non si fanno fregare. Furbi come delle faine!
La butto un po’ sul ridere ma in verità questa candidatura del Pi risponde esattamente a quello che lui, un po’ nebulosamente (ma neanche troppo, che io avevo capito cosa intendesse! , aveva espresso come "bisogno di comunità", inteso come "fare comunità".
Ed è proprio questo che ho potentemente realizzato questa settimana: quanto un figlio ti metta in relazione col tuo prossimo, se solo hai voglia di farlo.
"Essere obbligati" a frequentare parchetti, festicciole di compleanno e poi riunioni e assemblee, automaticamente ti fa entrare in relazione e ti mette in comunicazione con il tuo prossimo. Avendo scelto di far frequentare a Paciuk le scuole pubbliche del nostro quartiere, questo si traduce nella creazione di un tessuto di relazioni che potenzialmente potrebbe protrarsi per anni e infittirsi e arricchirsi. Sembra banale, ma stiamo incontrando persone che hanno sempre abitato a poche centinaia di metri da casa nostra e non abbiamo mai incontrato prima! Passeggiare per il quartiere significa, ora, incontrare sempre più facce note e –spesso- fermarsi anche a fare due chiacchere.
Oltretutto non vivendo in una metropoli scavando un poco più a fondo si scoprono intrecci inaspettati: la mamma di un compagno di Paciuk, per esempio, è stata compagna di classe della sorella del testimone del Pi. Carramba che sorpresa! E qui parte il Tuca-tuca.
Siamo carichi, abbiamo voglia di spenderci e impegnarci e siamo proprio curiosi di vedere cosa salterà fuori.

Buon anno scolastico a tutti!

lunedì 17 settembre 2012

La mammitudine

Mi sono stupita ieri sera nello scoprire di quanto la mammitudine si sia impossessata di me più di quanto io stessa fossi consapevole.
Dopo mesi e mesi e mesi (ok, forse anni) il Pi ha invitato a cena sua cugina con il marito. Sono persone piacevoli, non ci si frequenta molto ma quando accade si passano momenti sereni.
Loro non hanno figli, nonostante abbiano cercato (cerchino?) di averne. Non so molto altro di questo argomento, perché non siamo così in confidenza per fare domande e la questione è talmente delicata che se non sei più che amico è giusto farti gli affari tuoi (my point of view!).
La serata di ieri mi ha lasciato aperto un interrogativo: sono completamente disinteressati all'argomento "prole" oppure interessa talmente tanto che il non raggiungimento del loro scopo li rende apatici di fronte alla prole altrui? Si, perché Paciuk ieri sera ha fatto la parte del soprammobile. Era seduto a tavola con noi, ma era come se non ci fosse: avevano alzato un bel muro tra loro e lui, non hanno accennato a nulla che lo riguardasse, non gli hanno fatto domande dirette, non hanno fatto apprezzamenti tipo "come è vivace/simpatico/spacca palle/logorroico". E vi assicuro che per riuscire a mettere Paciuk in un angolo ci vuole un'abilità davvero speciale, che il ragazzo è stato da noi soprannominato "Ciuchino", che con il quadrupede ha in comune senz'altro la parlantina-fiume inarrestabile.
E quindi, boh, non ci sono abituata.
Da un lato mi spiace se la loro rigidità fosse dettata da un sentimento "vorrei-ma-non-posso", dall'altro mi ha aperto un mondo: può esistere anche una vita senza figli. Detto così sembra banale, ma io non me la ricordo più la vita di "prima" e non la rimpiango neanche. Semplicemente Paciuk c'è e riempie (completamente!) tutti gli spazi, anche quelli che prima erano già occupati da altro/altri! Ma mi sembra la cosa più naturale del mondo. E anche la più bella, a tratti. E vedere la mia Creatura, il mio Orgoglio così messo da parte e ignorato mi ha fatto pensare "embè? Ma come, non riconosci che è un Esserino speciale?" (speciale anche nella logorrea, ma pur sempre speciale).
Mi sono sentita come una che si presentasse con i capelli fucsia e la cresta e nessuno le facesse commenti, fosse anche "ma che cavolo hai fatto".
E niente, il mondo è fatto anche così. Paciuk è parte del mio mondo (stavo scrivendo "il centro", ma forse è un po’ troppo), non di quello di tutti.

domenica 9 settembre 2012

Sono un pò inacidita

Per fortuna che il Pi mi da manforte e mi rassicura sul fatto che non mi sto inacidendo, ma che c'è gente davvero stronza  strana.
REWIND
I nostri vicini-amici, con i quali abbiamo trascorso anche diverse vacanze, oltre che a cene e serate varie, cambiano casa. Hanno deciso di farlo per ingrandirsi un pò (dettaglio acido: due figli DEVONO avere due stanze, altrimenti come crescono?) e per avvicinarsi ai nonni, che indubbiamente potranno aiutarli nella gestione dei due pupi che hanno messo rapidamente, volontariamente al mondo.
Hanno trovato casa più di 8 mesi fa e sono riusciti a incasinarsi e complicarsi la vita in un modo veramente esemplare, perchè la loro nuova casa sarà pronta indicativamente a gennaio (costruttore permettendo), ma avendo deciso di inserire i bimbi al nido già nel nuovo paese (30 km da qui) avevano deciso di prendere un appartamento in affitto arredato laggiù. Ma fino a settimana scorsa non l'avevano ancora trovato.
A me sembra patologico, ma contenti loro...
Ecco, peccato che NON fossero contenti e trapanassero i cabasisi a tutto il mondo circa quanto fossero stanchi, quanto fosse faticoso, quante cose avessero da fare. Il tutto ancora PRIMA di iniziare a imballare il necessario.
A dir la verità sono tornati stanchi già dalle 3 settimane di mare e ci hanno stracciato i maroni raccontando, a noi che eravamo a casa a scioglierci, quanto fosse stressante stare al mare con due bimbi piccoli. Poi per riprendersi sono andati al lago un'altra settimana.
Ok, di sicuro parte della mia acidità può essere data anche dall'invidia, che loro pare abbiano trovato la gallina dalle uova d'oro, visto che lei è 3 anni che non lavora (per le 2 gravidanze consecutive) e sono comunque riusciti non solo a cambiare casa, ma pure a farsi quel popò di vacanze.
Però adesso arriva l'epilogo e ditemi voi se esagero.
Li abbiamo visti domenica scorsa, per tutto il pomeriggio e parte della serata, al battesimo dei due bambini ed eravamo d'accordo che il martedì sarei salita da loro per fare gli auguri al piccolo, che compiva un anno.
Il martedì non erano in casa e allora ho mandato un sms chiedendo quando li avrei trovati.
Mi hanno risposto che con l'inserimento dei bimbi erano "molto presi, molto stressati" (novità delle novità) e "prima o poi ci vedremo"(ma non lo sapevate la domenica che sarebbe iniziato l'inserimento?).
Ieri mattina li abbiamo visti con un furgone pieno. Ci siamo fermati e -increduli- abbiamo chiesto: "ma avete trovato l'appartamento? state andandovene?", in tutto il pomeriggio di domenica non avevano trovato il tempo di dircelo e noi avevamo smesso di chiederlo perchè andavano in paranoia ogni volta che si toccava l'argomento "casa". La risposta è stata vaga e confusa "stiamo spostando la roba dei bambini, poi finiremo settimana prossima" (ma i bambini staranno nell'appartamento nuovo da soli?! boh).
E poi sono spariti. Non ci hanno nemmeno suonato il campanello per dirci "ciao noi andiamo". Però di fatto non ci sono più.
Vabbè ciao eh! Il regalo per vostro figlio lo riciclo al prossimo compleanno!

venerdì 7 settembre 2012

Sapevo che sarebbe stato peggio, ma speravo di sbagliarmi


Eccoci qui, finalmente dopo incastri da circo, magheggi che nemmeno Silvan e tanta, tanta disponibilità della Nonna Super, abbiamo cominciato l'avventura della materna.
Lo scorso anno ci avevano annunciato un inserimento "soft", poiché già durante l'anno avevano iniziato ad andare a conoscere l'ambiente e le maestre, proprio per ridurre lo "scoglio" dell'impatto con una nuova realtà (che poi è il cancello accanto a quello dell'anno scorso, mica lontano anni luce, ma vabbé).
Avevamo fatto incontri con le nuove maestre, che ci avevano riempito le orecchie di bla-bla, che francamente io, che ero tranquillissima circa questo passaggio, certa che mio figlio (come il 99% dei bambini) avesse gli strumenti per affrontarlo, stavo iniziando a preoccuparmi. Che se continui a dirmi "non preoccuparti, non preoccuparti" a me la domanda mi sorge spontanea: ma visto che in effetti io non mi preoccupo, forse dovrei farlo, almeno poi tu mi tranquillizzi? Insomma ero entrata un po’ in loop, che avevo poi messo in stand-bye (orribili due parole inglesi in una frase sola, perdonatemi) per godermi l'estate e le vacanze.
Ora ci siamo, è tempo di iniziare. E ho già capito che non dovevo preoccuparmi per Paciuk, ma per noi genitori.
Il primo rendez-vous (aridaje con le parole straniere) è stata la riunione di lunedì con tutte le maestre. Ed è risultato chiaro che l'organizzazione non è esattamente una dote della scuola italiana. Si, perché se a 2 giorni dall'inizio dell'anno manca ancora una maestra (la nominano lunedì prossimo, con calma che devono pensarci bene) e non è chiaro se sarà attivo o meno il servizio di posticipo, è inutile che mi dici "ma qui è diverso dal nido, qui sono più bambini", la verità è che c'è disorganizzazione, punto!
E' senz'altro vero che gestire 10 bambini piuttosto che 28 sia molto diverso, ma cosa c'entra questo con il non avere ancora la maestra o il non aver contato i numeri di bambini che necessitano del posticipo, per capire se si possa attivare o meno il servizio? E' chiaro che non è colpa della scuola materna in se, ma dell'istituto comprensivo e della sua segreteria, ma il risultato non cambia.
Mercoledì siamo finalmente andati con i nostri pupi belli come il sole, pronti a trascorrere insieme le due ore che ci erano concesse come primo giorno.
E due ore di compresenza ieri
E due ore di compresenza oggi.
Paciuk già da ieri guardava il Pi con sguardo interrogativo del tipo: "ma che ci fai ancora qui? Ho ritrovato i miei amici, ci sono un sacco di giochi e di cose da fare, perché non vai al lavoro?"
Ma la chicca sarà lunedì: i nuovi arrivati treenni frequenteranno dalle 9 alle 10, poi tutti a casa.
WHAT? Un'ora?!
Praticamente non fa in tempo ad arrivare e decidere con cosa giocare, che è ora di salutare tutti.
La giustificazione è stata: ricominciano anche i mezzani e i grandi e hanno diritto anche loro ad un'accoglienza adeguata. Quale migliore accoglienza della presenza di nuovi nanetti da strapazzare ed maltrattare educare, dopo essere finalmente passati allo status di "più grandi di"?
Alla riunione ci avevano annunciato questo orario un po’ bislacco, che avrebbe dovuto oltretutto protrarsi per TUTTA LA SETTIMANA, e io timidamente avevo chiesto: "se ho ben capito però questo orario è NELLA PEGGIORE DELLE IPOTESI, nel caso cioè che il bambino fatichi ad inserirsi e/o staccarsi dal genitore, giusto?" "si signora, ha capito bene, è nella peggiore delle ipotesi".
Ecco allora non ho capito perché siamo a venerdì pomeriggio e io e il Pi stiamo organizzando l'ennesimo incastro per stabilire chi potrà godere della compagnia del Paciuk lunedì dopo le 10, visto che la Nonna Super ha un altro impegno (e noi, ottimisticamente è vero, non ci eravamo organizzati perché CONOSCIAMO il nostro pollastro ed eravamo certi che ritrovare tutti i suoi amici sarebbe bastato a farlo decollare)…

Suggerimenti?

domenica 8 luglio 2012

Nell'abisso e ritorno

Sono stata al funerale del Piccolo. Ci sono andata con il cuore nell'abisso, svuotata e incredula.
E' stato pesante, potente, straziante e totalizzante.
La sorpresa è stata la sensazione di leggerezza che è riuscito a infonderci il prete. Mai mi sarei aspettata che si potessero trovare parole di fronte ad un dramma così, invece c'è riuscito e ha colpito anche il Pi, famoso ateo mangia preti da sempre.
La sera confrontandoci abbiamo entrambi convenuto di quanto fosse riuscito a focalizzare il SENSO: è l'amore che conta -ha esordito all'inizio della messa- e che da senso al tutto. L'amore che è stato scambiato, donato e ricevuto.
E' un concetto semplice, ma per niente scontato. 
E' riuscito a dare un'apparenza di senso a questo dramma e anche a tutto il nostro agire quotidiano. 
E mi sento grata, perché nella mia vita ce n'è tantissimo di amore e la mia famiglia e i miei amici me lo dimostrano in continuazione.
Ma chi ci pensava che una tragedia simile potesse avere questo risvolto?

martedì 3 luglio 2012

Ovosodo

Ci sono cose che semplicemente non dovrebbero succedere.
Non dovrebbe succedere che un bambino di 2 anni muoia per problemi cardiaci mentre era in attesa di trapianto.
Non dovrebbe succedere che una mamma da 15 giorni scopra di avere un tumore al seno e festeggi il primo mesiversario del suo piccolo con la chemioterapia.
Non dovrebbero succedere e basta
e non perché siano amici miei
ma perché non riesco proprio a concepirlo.
Non riesco a dargli un senso, non riesco a mandare via questo ovosodo
Non riesco nemmeno a prendermela con qualcuno. 
Nemmeno Dio mi sembra adatto, che è piuttosto la vita che è bizzarra e bastarda, lui penso c'entri poco.
Forse qualcuno con cui arrabbiarsi aiuterebbe, quantomeno a scaricare l'incazzatura.
Sono tragedie che succedono spesso e talvolta succedono anche vicino a te.
Che poi non si capisce perché debbano raggrupparsi tutte nello stesso periodo, ma non cambia comunque molto.
Fa una paura pazzesca e fa mancare la terra sotto i piedi.
E poi passi il tempo a elaborare e a medicare, ma l'incazzatura, la paura e l'ovosodo restano. 


martedì 12 giugno 2012

Notizie dal Fronte

Inspira, espira, inspira, espira

Se ci si potesse limitare a questo, sarebbe facile. Il problema è concentrarsi SOLO su quello, sul respiro.

Giornate settimane periodo difficile al lavoro. Mi sento come l'asino della storiella, quello a cui il padrone riduce progressivamente le razioni di cibo fino a smettere completamente di nutrirlo per poi affermare "che sfortuna, proprio ora che aveva imparato a non mangiare è morto".

La goccia che ha fatto traboccare il vaso questa settimana è la totale definitiva e ingestibile mancanza di organizzazione.

Ok, io sono un filino paranoica, mi piace avere tutte le cose pianificate o quanto meno un abbozzo di pianificazione. Se so che ho una determinata scadenza non mi piace arrivare all'ultimo minuto, che la mia saggia mamma mi ha insegnato che l'imprevisto è dietro l'angolo e quindi rischi di ritardare, se sei sempre sul filo di lana. Quindi mi ritengo ben organizzata. Nella mia programmazione mentale, da quando c'è Paciuk, prendo in considerazione anche l'imprevisto, cioè il buttare a pallino la mia pianificazione. Ho fatto passi da gigante, prima un cambio di programma mi frustrava a mille, è bastato aggiungerlo nel mio file mentale e lo gestisco molto meglio.

Però al lavoro questa cosa non funziona, o meglio, non riesco a farla funzionare quando PALESEMENTE le cose si sarebbero potute organizzare prima. Mi spiego: se c'è un'emergenza io reagisco bene, ma se ritengo che quella NON è un'emergenza ecco, vado ancora in palla.

Tutta questa sbrodolante premessa per raccontarvi il mio inizio di settimana. Il fine è avere il vostro appoggio, quindi sfoderate buone parole e pacche sulle spalle, please.

Da ieri una collega è in ferie e questo rientra nel novero delle cose pianificate. Ci siamo incontrate settimana scorsa per fare un mini passaggio di consegne e, pur sapendo che il carico di lavoro sarebbe indubbiamente aumentato, so anche che si tratta di una sola settimana, poi toccherà a me.

Lo sparo nella notte è stata la notizia di ieri mattina: "oggi arriva la stagista."

Ora, è almeno 2 mesi che mi hai detto che sarebbe arrivata questa tizia francese e si sarebbe fermata 4 settimane. Peccato non mi avessi mai detto QUANDO sarebbe arrivata. Escludo tu l'abbia saputo sabato sera, o no?!

Ma non è finita qui. Chiedo: "quindi?" risposta: "pensavo di farle fare l'archivio aiutata da S:" "bellissima idea!"

Peccato che quando poi la poveretta si è palesata, di fronte a lei e a suo padre (che è il nostro agente) ha detto "tu cara stagista sarai l'ombra di WonderPi".

WHAT?

Quindi in sostanza ce l'ho attaccata al sedere da ieri, senza sapere cosa farle fare, con una quantità immane di lavoro (=il mio solito –già di per sé denso + quello della collega).

C'è anche un lato comico però. Ieri il genio della lampada (sempre il capo, ovviamente) mi chiede: "tu sai che orari fa D?" perchè dovrei sapere che orari fa D, visto che è in un altro ufficio, in un'altra palazzina? "ehm no, perché non lo chiede a D?" "visto che lei abita verso xyz volevo chiederle se può passare a prendere ogni mattina la stagista e riportarla a casa la sera"

Forse a voi non fa tanto ridere, perché non sapete:

A. Che la collega D è la donna più ringhiante e abbaiante che si sia mai vista sulla terra, una che grazie al ringhio si è fatta terra bruciata intorno e infatti ora che la collega è in ferie tutti vengono da me "perché sai, se chiedo a D è un macello" (ma vaffanculo – ndr)

B. Che il luogo dove risiede D dista circa 25 km da dove risiede la stagista, è vero che per arrivare al lavoro PIU' O MENO ci passa vicina, ma vuol dire deviare completamente strada (=uscire dalla circonvallazione e immettersi in città, tanto per capirsi)

C. Infine è necessario chiarire che non viviamo nel terzo mondo, che, se pur modesti, abbiamo dei mezzi di trasporto pubblici dignitosi e, infine, la stagista è anche abbastanza sveglia, può sicuramente cambiare 2 mezzi per arrivare qua!

Alla fine il capo è riuscito a trovare un volenteroso che ogni mattina andrà a prenderla, per il rientro… boh, non pervenuto.

Ah, al capo era sfuggito che io settimana prossima non ci sarò e no, nel nostro bungalow non c'è spazio per la stagista, quindi se la pipperà lui (o la persona cui riuscirà ad appiopparla)

Ha condiviso con me la sua brillante idea di farle caricare gli ordini. Ho timidamente (?) fatto presente che non ha mai nemmeno visto il nostro programma gestionale, ma che se LUI si assume la responsabilità degli ordini che carica, proceda pure. Per spiegarle l'utilizzo del gestionale e controllare ad uno ad uno gli ordini caricati ci vuole più tempo che non a inserirli ex-novo…

Ma è una legge universale che i capi siano mediamente più stupidi dei loro sottoposti?

domenica 20 maggio 2012

Esserci

Riflettevo in questi giorni sul concetto di ESSERCI, nella fattispecie con gli amici.
Siamo tutti pieni di impegni, presi dalla routine quotidiana che riempie tutto lo spazio e il tempo. Non sono poi nemmeno così convinta che sia così negativa questa cosa, in fondo ho sempre odiato la frase "non ho tempo", perché il tempo c'è, ben 24 ore al giorno e poi siamo noi che DECIDIAMO come riempirlo. Decidiamo tutto noi, è innegabile. Perché potremmo anche decidere di non lavorare e risparmiare quel tempo, o potevamo decidere di non figliare per mantenere quel tempo per noi.. ma qui si entra nel paradosso, però così è.
In tutto questo RIEMPIRE, il tempo per le amicizie spesso si riduce a veloci sms o qualche chattata in FB. Quanto meno finché tutto va bene. Ecco, in questo secondo me risiede il concetto di esserci: finché la routine segue il suo corso, finché tutto è sotto controllo, secondo me ci sta che gli amici e i nostri affetti siano un colore di sfondo: sappiamo che c'è e ogni tanto diamo una sbirciatina. Ma è quando si inceppa qualcosa che allora si deve fare la differenza: trovare del tempo diventa importante ed è il segnale che alimenta ulteriormente l'amicizia, la conferma e la rinfranca.

Ho fatto la stessa riflessione anche ieri, quando ho letto dell'attentato di Brindisi (stavo cercando un aggettivo, ma "terribile" mi sembra riduttivo e non trovo altre parole adatte per descriverlo) e ho visto uno striscione "siamo cittadini di un paese che si ricorda di essere unito solo quando si muore". Ma non è proprio quello il senso? Non sarebbe credibile scendere in piazza tutte le settimane per dirsi: "Ah si, siamo un paese unito, ci siamo tutti, bene bene ciao", ma diventa importante manifestare il proprio dissenso e la propria solidarietà e la propria forza e la propria unione quando il meccanismo si inceppa. 

sabato 12 maggio 2012

a raffica

1) Indicando un giardiniere: "Guarda mamma, DEPILA l'erba!"

2) Al supermercato una dimostratrice gli offre delle fragole. La sera a cena racconta al Pi che una FRAGOLISTA gli ha dato le fragole

3) Siamo stati al museo di scienze naturali dove, tra le altre cose, c'è un bel pannello pieno di immagini e  tasti che, premuti, riproducono il suono di diversi uccelli. La sera a cena sente un uccellino che canta da qualche albero vicino "senti mamma, qualcuno ha schiacciato il bottone del museo!"

ogni scarrafone è bello a mamma sua, ma io mi diverto un sacco!

martedì 1 maggio 2012

virilità e ambulatori veterinari

L'abbiamo fatto. Abbiamo dovuto abbandonare la virilità del Pel sul tavolo operatorio del veterinario. 
Ci abbiamo riflettuto tanto e abbiamo sopportato per tanto la sua irrequietezza e il suo continuo segnare il territorio. Quando però ha iniziato a segnare IN CASA, sui PANNI STESI (che non stendevo più fuori, perchè la doppia lavatrice era assicurata), abbiamo detto STOP.
Così venerdì è stato operato.
Ci hanno riconsegnato un cane ubriaco, con gli occhi liquidi e le zampe malferme, ma già la mattina successiva era in gran forma e grazie alla sua fantastica parabolica prendeva un sacco di canali (ah ah).
Questa mattina gli abbiamo tolto la parabolica, sicuri che non avrebbe fatto danno, visto che ci dava l'impressione che non gli desse fastidio la ferita, perché quando gliela toglievamo per mangiare o uscire non si leccava o annusava.
Sprovveduti noi! appena è rimasto solo e indisturbato ha pensato bene di mangiarsi 3 dei 4 punti.
E niente, quindi l'ho portato al pronto soccorso veterinario.
E li pensavo sinceramente di essere finita in un film di Verdone, che tanti personaggi-macchiette in un ambulatorio veterinario, tutti insieme nello stesso momento, mica me li aspettavo.
La prima è stata una sciùra (leggasi signora per i non lombardi) che stava facendo visitare la sua amata cagnolina perché aveva LA TOSSE. Ecco, subito mi sono domandata: ma ieri non ce l'aveva 'sta tosse? oppure, non potevi aspettare domani invece di inzaccherare l'anima alla poveretta di turno al pronto soccorso? Ho potuto conoscerla perché mentre visitavano la sua creatura, ad un certo punto è uscita dall'ambulatorio perché secondo lei altrimenti la bestiola si sarebbe agitata, quindi è stata in sala d'attesa con me una quindicina di minuti e mi ha raccontato tutta la sua vita. Nonostante non manifestassi eccessivo interesse all'argomento. Interesse che è scemato del tutto quando mi ha chiamato TESSSSORO. Proprio così, con la S doppia o tripla. Odiosa.
Alla fine lei (che è poi rientrata in ambulatorio), la bestiola e il marito hanno ammorbato la veterinaria per 50 minuti. Manco stesse morendo mannaggia a loro!
Nel frattempo, mentre io e il Pel aspettavamo pazientemente ed eravamo reduci dai 15 minuti con la Sciura, è arrivato il secondo soggetto da studio antropologico: uomo di mezza età del tipo sotuttoio, sonoilpiùfigo, chiediamechetirisolvoilproblema. Il fatto è che io non gli ho chiesto proprio nulla e lui, non so da cosa, ha dedotto che volessi fare conversazione. Accompagnava un ragazzo giovane con un pit bul femmina irrequieto e spacca palle,  che secondo lui aveva una micosi, che continuava ad abbaiare ad minchiam. Si è presentato come NONNO DEL CANE. E vi ho detto tutto.
Ad un certo punto la Sciura è uscita di nuovo e ha attaccato bottone con Sotuttoio e qui abbiamo toccato l'apice, perché quasi si menavano per non ho capito quale motivo. Fatto sta che battibeccavano sul fatto che lei fosse svizzera e suo marito fosse di Lugano da 10 generazioni. E ha pure estratto la carta d'identità per dimostrarlo. Io osservavo incredula.
Non appena la Sciura è rientrata in ambulatorio, lui ha riattaccato con me, mi ha elargito consigli non richiesti sulla fase post operatoria del Pel, mi ha raccomandato di fare così e cosà per garantire al mio cane un decorso perfetto. Poi sono arrivati altri due tizi, questi almeno mi sono sembrati normali, ma forse spaventati dal malore improvviso della loro cagnolina, hanno commesso l'incauto errore di dare corda a Sotuttoio, raccontandogli quanto gli era appena successo. Anche con loro Sotuttoio ha dispensato cure e rimedi, peccato che non si ricordasse il nome della malattia, quindi mi guarda e fa: "come si chiama quella malattia per cui sbatti e tremi?" "epilessia", si gira dai padroni della barboncina e sentenzia "epilessia".
No ma io mi rendo conto che non riesco bene a rendere il surrealismo di quell'ambulatorio, devo solo capire dove fosse la telecamera, che di sicuro ero in un film.
Ah! e un'ode ai veterinari di turno!

giovedì 19 aprile 2012

carriera

Premetto che la mia settimana si è aperta con questo focus:



e che intendo continuare ad avere questo come obiettivo per il più lungo tempo possibile.

Ciò detto vi riporto il dialogo avuto questa mattina alla macchinetta del caffè con la capa, la direttora generala, nonché co-titolare col fratello (il Marpione, do you remember?), che per questo e altri motivi chiameremo l’Anaffettiva.
La figliuola di costei ha scelto di proseguire i suoi studi il prossimo anno iscrivendosi al corso di laurea in ostetricia, in barba al fulgido futuro che l’aspetterebbe qui in azienda come erede (non unica) dell’impero.
L’Anaffettiva non condivide affatto la scelta della fanciulla e sta cercando in tutti i modi di ostacolarla e farle cambiare idea. La giovine, che probabilmente è l’unica sana della famiglia, sta pensando invece, oltre che di sbattersene della genitrice, di non iscriversi alla facoltà più vicina, che le consentirebbe di fare la pendolare, ma bensì in un’altra città, dove sarebbe costretta a risiedere.
Il che le fa guadagnare almeno 100 punti nella mia personale graduatoria.
La donzelletta ieri si è recata all’open day dell’università e l’Anaffettiva mi stava appunto raccontando, mentre sorseggiavo il mio caffè, del suo disappunto a riguardo e io, un po’ per provocarla, un po’ perché c’ho la Faccia come il Culo (FdC, in gergo Pi), le chiedo cosa ci sia di male in tale scelta.
Lei di tutta risposta, dimenticandosi forse per un momento con chi stesse parlando, mi risponde candida: “ma che futuro ha davanti? Una vita da dipendente, sempre a timbrare il cartellino, sempre alle dipendenze di qualcuno. Che carriera potrà mai fare?”
Ops, io sono alle sue dipendenze e sicuramente resterò per tutta la mia carriera alle dipendenze di qualcuno. Non solo perché non ambisco a rischiare di mio (che in casa c’è già il Pi che rischia di suo, anzi di nostro e basta e avanza), ma anche perché non me ne può fregare di meno di fare “carriera”.
Ma dimenticandomi per un attimo questo commento, che grazie al cielo mi è balenato in testa solo qualche attimo dopo, sempre con la FdC che mi contraddistingue e assumendo l’espressione più umile che mi venisse in quel momento le ho detto: “ma il dovere –difficilissimo- di un genitore è anche quello di riconoscere che i figli sono altro da sé e che pertanto possono compiere scelte diverse dalle proprie”.
“Certo” ha risposto stizzita “ma è mio compito farla ragionare”
“ah si si certo” l’ho liquidata, avviandomi verso il mio ufficio.
Non so perché, ma penso che il mio ruolo qui dentro non subirà miglioramenti di rilievo.
Io comunque faccio il tifo per la fanciulla e la sua carriera da ostetrica.

domenica 15 aprile 2012

Novità in casa Pi

Ve lo presento subito: è il fantastico, magnifico, fantasmagorico, mirabolante
LETTO DA GRANDI!
L'ha costruito interamente il Pi, ovviamente con l'aiuto di mamma Ikea, che ha fornito le due librerie billy che sorreggono il letto e il mobile "scaletta". Contro il muro, sotto quella che è stata definita "la tana" è stato messo un asse di legno aggiuntivo, sul quale poggia la rete e la paratia "a onde" è stata sagomata dalle mani del Pi (munito di seghetto automatico, ovviamente!)
Noi siamo entusiasti e ovviamente lo è anche Paciuk, come ben si evince dalla foto!  

Quando ha visto che il Pi stava fotografando la sua tana, ha voluto immortalare me e il Pi seduti sulla scaletta, ecco il risultato:
Forse deve ancora perfezionarsi il ragazzo!
:)

sabato 7 aprile 2012

Bisogna spiegarsi bene

"Quando sarò grande guiderò la macchina"
"Certo Paciuk! E mi porterai a passeggio?"
"Si, ti porterò al mare"
"Wow grazie, che bello!"
"ma dov'è il mare?"
"ehm... a sud"
"... sud? cos'è il sud"
"eh... vuol dire sotto, in basso" 
"ma mamma, non c'è il mare IN GARAGE!"

venerdì 23 marzo 2012

Storia di un abbandono: il prologo

Non è facile liberarsi da una dipendenza, soprattutto se si protrae da anni, da quasi 3 anni e questa dipendenza ha generato sicurezza e benessere.
Non è facile soprattutto se i metodi di abbandono sono sbagliati e non convincenti, soprattutto per chi deve aiutare il "tossico".
Quindi vorrei raccontarvi il nostro prologo, ossia i metodi che abbiamo cercato di usare per abbandonare il ciuccio -senza risultato.
Il metodo che con noi ha funzionato, invece, ve l'ho già spiegato. (si perchè, sempre sottovoce, vorrei confermarvi che ce l'abbiamo fatta! all'asilo l'ha addirittura gettato nel cestino dopo aver visto che il topolino era passato anche li, dicendo "non mi piace più". Poi il giorno dopo l'ha richiesto e ha sbuffato quando gli hanno ricordato che l'aveva buttato. Ma è finita li. A casa invece giace inutilizzato su una mensola, dove lui ha chiesto che venisse messo)

Metodo 1. Ovvero decidere dalla sera alla mattina di far sparire l'oggetto del desiderio.
Un giorno, non ricordo più come ci fosse venuta questa fantasiosa idea, forse imbeccati da qualche trovata del Paciuk, gli abbiamo detto che il ciuccio non c'era più, che era ANDATO IN MONTAGNA. 
E' durato qualche giorno, poi abbiamo ceduto, perchè lo chiedeva in continuazione, era incazzato come una iena e simpatico come la sabbia nel letto. Ok, non era il momento nè il modo giusto, ci siamo detti. Archiviamo e riproveremo.

Metodo 2. Ovvero lavaggio del cervello "i bimbi grandi non l'hanno".
Complice la Nonna Super, è iniziato un mitragliamento psicologico basato appunto sull'"essere grandi": i bimbi grandi vanno in bici, vanno alla scuola materna e non hanno il ciuccio. 
E' durato 2 sere, la terza sera me l'ha chiesto, ho risposto la frase di rito "ma è da piccoli, sicuro di volerlo?" e la risposta è stata: "no, io non sono piccolo, però dammi il ciuccio, che poi almeno posso toglierlo e diventare grande" (?!)

Ciò che abbiamo sicuramente sbagliato è farci sentire parlare davanti a lui dei tentativi, intendo dire frasi del tipo "ieri sera non ha chiesto il ciuccio, speriamo" oppure "non l'ha nominato, vediamo come va oggi". Penso che forse gli abbiamo fatto bere un pò della nostra insicurezza sull'argomento. Ma magari sono solo paranoie da mamma che si fa troppe domande e magari il metodo proposto dal dentista ha funzionato solo perchè ora era il momento giusto. Chi lo sa?

E voi? come avete fatto a far mollare il ciuccio? oppure, come stanno andando i vostri tentativi?

martedì 20 marzo 2012

Di tutto un pò

Vorrei fare un post sul tentativo di abbandono del ciuccio che stiamo affrontando.
Però vorrei fare anche un post sulla simpatia sfrenata della Cognata (sorella del Pi).
Ma vorrei anche fare un post sul periodo super caccoso al lavoro.
Ma non ce la faccio a fare tutto! allora faccio un bel post-minestrone, per tenervi aggiornati e fissare un pò le idee.

Partiamo dalle cose importanti: l'abbandono del ciuccio. 
Ieri siamo stati dal dentista per la prima visita di controllo e il Paciuk è stato bravissimo: ha spalancato le sue fauci, si è lasciato contare i denti, ha sorriso e si è fatto fare la foto per l'archivio del dentista. Ha ottenuto un bellissimo spazzolino+dentifricio+bicchierino+apposito astuccio. Wow!
Ovviamente il dentista ci ha detto che DOBBIAMO togliergli il ciuccio, che la lieve malformazione che ha ora può naturalmente rientrare se si toglie ALLA SVELTA, diversamente lascia danni.
Vedendo la mia faccia sgomenta (ci abbiamo già provato due volte, forse con metodi sbagliati, forse con poca convinzione) ha snocciolato La Verità: "tagliate via la punta e gli dite che è stato il topolino, poi dopo qualche giorno un altro pezzettino e via così, fino a quando non riesce più a tenerlo in bocca".
Ora ho un pò paura a dirlo, ma è la seconda sera che si addormenta senza. Ieri l'ha buttato fuori dal letto dopo avermi chiesto cosa fosse successo "un topo?! dobbiamo mettele una tlappola!". Questa sera mi ha detto di riporlo sulla mensola, che non lo voleva e ha aggiunto "non è stato il topo, è stato il Pel!". Va bè, se funziona gli dico anche che è stato Pisapia, basta che lo molli!

Argomento due: niente, uno sfogo rapido tra di noi, me lo concedete? poi ditemi se sono io esagerata eh: la Cognata telefona e parliamo del più e del meno, mi parla dei suoi due figli-amebe (è davvero difficile sentire la loro voce, anche perchè risponde sempre lei alle domande che si pongono loro. E hanno 14 e 10 anni) e io le parlo di Paciuk. Mi dice che l'ha trovato cresciuto domenica scorsa (non lo vedeva da Natale, vorrei ben vedere!) e poi non ricordo in risposta a quale mia affermazione (niente di che, qualche aneddoto quotidiano) spara la sua prima bordata "eh ma perchè il tuo è nevrastenico, i miei sono più tranquilli". Sei simpatica come uno sciame di zanzare. Ma ti pare carino dirmi che ho un figlio nevrastenico?! Soprassediamo e andiamo avanti. "siamo stati dal dentista bla bla, bravissimo bla bla, spazzolino bla bla, togliere il ciuccio glom. Il fatto" le spiego "è che succhia solo di notte, ma con gusto! da di quelle ciucciate!" "eh si, è molto nervoso" MA COSA CAZZO STAI DICENDO?! è da Natale che non ci vedi, ci hai incrociato 10-minuti-10 domenica scorsa a casa dei Nonni Strani (casa nella quale non andavamo da Natale 2010, ma questa è un'altra storia) quando sei venuta per mollare li il tuo secondogenito e ti permetti di sputare sentenze così?! Ora, di sicuro Paciuk non è un agnellino, è un bambino caparbio e deciso, ma sia chiaro che non farei cambio con i tuoi, che non hanno un filo di personalità e sono già vecchi prima di diventare maturi. 
Non so se si è capito, ma sto soffiando e ho tutto il pelo dritto sulla schiena. E per fortuna abita a 30 km da qui, altrimenti la graffierei. Ecco.

Ultimo punto: ma devo proprio? Mi viene il vomito a parlare di lavoro. Ma ormai ho aperto l'argomento e super velocemente lo chiudo.
3 settimane fa. Riunione con super capi+ colleghi+la sottoscritta. Argomento: il Collega Nuovo è ormai autonomo, procediamo con il progetto iniziale, quindi Wonderpit passa il suo pacchetto clienti a lui e inizia finalmente a svolgere le mansioni che è da due anni che le diciamo vorremmo affidarle.
15 giorni fa. Il Collega Nuovo presenta le dimissioni
10 giorni fa. Scopro che non hanno intenzione di cercare un sostituto.
Punto.

martedì 6 marzo 2012

la mia Volpe

E' sempre così. E' una certezza. Quando c'è bisogno lei c'è.
E la cosa bella è che basta un accenno, un cucù qualsiasi e lei capisce che hai bisogno e accorre.
La Volpe è così.
Ed è ogni volta uno stupore rassicurante il ritrovarla li, avere la conferma che anche questa volta ha capito il tuo sussurro di aiuto.
Oggi è bastato un mio sms mediamente insignificante per far si che trovasse il tempo di chiamarmi (e ha pure azzeccato il momento giusto, questo però è culo, nessun potere paranormale) e che in due battute capisse al volo il mio stato d'animo e passasse la telefonata a raccontarmi cavolate per farmi ridere (Sfolli, c'entri anche tu!) per poi concludere con una promessa di appuntamento.
E così si compie di nuovo il prodigio della Mia Volpe:


In quel momento apparve la volpe
"Buongiorno", disse la volpe.
"Buongiorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
(...)
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe "non posso giocare con te, non sono addomesticata".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire addomesticare?" (...)
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
"Comincio a capire", disse il piccolo principe. (...)
"se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in 
fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…" 
(...)
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicitàQuando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
(...)
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe. 
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
(...)

lunedì 27 febbraio 2012

Scene di ordinario Paciuk

Scena 1. Questa mattina, h 7.10. Io sono in bagno a truccarmi, il resto della famiglia dorme ancora. Si apre la porta del bagno, compare un Paciuk mezzo addormentato e infastidito dalla luce accesa: "mamma vai di la, almeno poi io tonno a letto. Vai di la mamma, vai". Mi fa segno di uscire dal bagno, spegne la luce fastidiosa e accende la luce più soft sopra lo specchio. Poi fa pipì e torna a letto.

Scena 2. Paciuk trova un foglietto illustrativo di una maschera di bellezza. Lo prende "mamma cos'è quetto?" "è il foglietto illustrativo di una maschera di bellezza" rispondo. Se lo rigira tra le mani, lo guarda perplesso, lo appoggia sul viso e poi "si fa così?"

Scena 3. In autobus con la nonna. "Che bella quella fontana co tutti i fontanini (=spruzzi). Quasi quasi la compelo. No, non posso, è tloppo pesante.

Sul medesimo autobus si è anche meritato l'applauso degli astanti per la mirabolante interpretazione di Fischia il vento e Bella Ciao.
Tutto ciò solo oggi.

domenica 26 febbraio 2012

Vi presento il bolide

Eccolo qui, vi presento il bolide che io e il Pi regaleremo a Paciuk per il suo compleanno.
Si, lo so, manca un mese e mezzo, ma aveva ragione la Nonna Super quando diceva che una volta che ti nascono i figli, al tuo compleanno non ci pensi più e vivi i loro come se fossero la notte degli oscar e io sono già in fibrillazione-da-preparativi.
Abbiamo deciso di regalargli una bicicletta, che quella senza pedali gentile regalo della Kitezio-famiglia allo scorso compleanno inizia ad andare un pò stretta e lui nel frattempo pare abbia imparato a pedalare, quindi, è giunta l'ora.
Un pò per etica del consumo, un pò per amore del riciclo e un pò per taccagneria, abbiamo deciso di cercarla di seconda mano, quindi sabato sono andata alla cooperativa che gestisce lo scambio di giocattoli usati, portando alcuni giochi che Paciuk non si è mai filato, ma ancora belli, sperando di trovare qualche bolide della giusta misura.
E TA-DAAA ecco cosa ho scovato:

Non è meravigliosa? I ragazzi della cooperativa (che si occupa di disagio mentale) l'hanno riverniciata e cambiato i freni.
Beh, io la trovo strepitosa, speriamo che Paciuk apprezzi!

giovedì 23 febbraio 2012

Perplessità

Scrivo mentre le rotelle del cervello mi stanno ancora girando vorticosamente, quindi abbiate pietà se sarò un pò sconclusionata.
E' che oggi quando sono andata a ritirare Paciuk all'asilo ho trovato un'educatrice mai vista prima (ho scoperto poi che tutte le sue educatrici sono falcidiate dall'influenza e quindi quelle delle altre sezioni sono andate in aiuto). Mi viene incontro, mi saluta "ciao!" (ma chi sei?) e poi "posso farti una domanda personale?" (ok, ma chi sei?) "tuo figlio (ha anche un nome magari eh) ha l'abitudine di girare per casa nudo?". Penso che se mi avesse chiesto "hai due teste?" avrei avuto una faccia meno ebete.
"no" rispondo un pò imbarazzata.
Aspetto che lei mi dia qualche spiegazione, che motivi la sua domanda. Invano. Allora proseguo io: "perchè, qui lo fa?" "spesso e volentieri lo troviamo in bagno nudo". Io sono sempre più basita e ribadisco che a casa non lo fa. Forse vede il punto di domanda sulla mia faccia e prosegue "ah beh, magari è una fase così".
Entro in stanza, abbraccio Paciuk e l'altra educatrice (anche lei non "ufficiale", ma prestata, questa però l'avevo già vista!) mi dice: "oggi tutto ok".
Prendo il pargolo e me ne vado.
E' dalle 16,15 però che non riesco a pensare ad altro.
- chi cavolo era quella li che si permette di farmi una "domanda personale" quando non è nemmeno l'educatrice di riferimento di mio figlio?
- se anche Paciuk avesse questa abitudine, perchè non me ne hanno parlato le sue educatrici prima di oggi? ho alcune risposte: 
a. perchè non lo vedono come un problema, magari vuole sperimentare l'azione di vestirsi e svestirsi; 
b. perchè ha sbagliato bambino, non si riferiva al mio (visto che non l'ha nominato per nome, ha detto "tuo figlio"; 
c. perchè quella è una pazza che passava di li e di mestiere vende uova al mercato; 
d. perchè aspettavano il colloquio individuale di giovedì prossimo -e a questo punto insisto: perchè mi ha sganciato oggi 'sta bordata? perchè non aspettare il colloquio?
Sembrerà sciocco, ma io mi sono sentita un pò aggredita. Non tanto dall'argomento in sè, che a due anni e mezzo penso che sia tutta una scoperta, la malizia è negli occhi di chi guarda. Ma proprio dal fatto che un'estranea mi abbia rivolto questa domanda. 
E poi da non sottovalutare per la mia reazione amareggiata anche il fatto di scoprire un atteggiamento a me completamente sconosciuto di mio figlio.
Boh. Domani speriamo che il Pi riesca a parlare con una delle sue educatrici "ufficiali" per capire innanzitutto chi sia 'sta tizia e approfondire un pò l'argomento.
Io resto perplessa.
io pubblico eh, non rileggo. abbiate pazienza

domenica 19 febbraio 2012

Giochi serali

E' da qualche giorno che Paciuk prima di andare a letto ci intrattiene (!) giocando a nascondino.
O meglio: ad una versione da lui rivisitata di nascondino.
Uno di noi conta, gli altri vanno a nascondersi. Fin qui, tutto normale. Quando finisce la conta, Paciuk che normalmente è nascosto inizia a fare gridolini di gioia e a urlicchiare "sono qui! sono qui!", poi quando (chissà come eh!) viene trovato, vuole che ci si nasconda tutti. 
A quel punto è il Pel che deve venire a cercarci, secondo lui.
Questa sera eravamo tutti e tre nascosti dietro una poltrona e chiamavamo il Peloso perchè venisse a cercarci, ma quello era tutto raggomitolato nel suo cuscino (molto offeso, tra l'altro, che oggi gli abbiamo fatto il bagnetto!) e non gli passava nemmeno per l'anticamera del cervello di andare a cercare quella marmaglia di gente strana che si trova come famiglia, anzi, era ben contento che fossimo spariti tutti.
Per fortuna alla fine, insistendo un pò,(la parola "biscotto" è stata salvifica) è venuto a liberarci. Altrimenti questo post non lo potevo scrivere, che eravamo ancora dietro la poltrona.

martedì 14 febbraio 2012

Volpe-contributo #8

Da chi di amore se ne intende..

Quest'estate in spiaggia, limitata dal panzone, dal caldo, dal maldischiena e dalla completa intolleranza al sole,
me ne sono stata giorni e giorni spiaggiata come un'otaria, immobile e ridicola sotto l'ombrellone, marinata 
di protezione totale color bianco gesso, dedicandomi alle mie attivit‡ vacanzifere preferite: 1-leggere leggere leggere 
2-farmi i fatti altrui (anche detto "people watching & listening".
La scena pi˘ bella cui ho assistito, e che mi Ë tornata in mente proprio oggi, quale tributo San Valentinifero,
Ë quella di quattro bambini 5/7enni intenti al gioco di ruolo "le coppie".
La femmina pi˘ scaltra si fidanza con l'unico maschio, le altre due bimbe si abbracciano con trasporto e si incamminano
mano nella mano sulla battigia.
Poi la femmina scaltra esordisce chiedendo "ma ci si puÚ fidanzare tra femmine?".
Silenzio generale, faccette concentrate e piccoli neuroni in funzione...
L'unico maschio non pavone mette fine all'empasse "certo che sÏ, ma solo se ci si ama moltissimo.".
Saggezza infantesca.
Buon amore a tutti!