giovedì 30 maggio 2013

Una tragedia (evitabile?)

Ieri si è diffusa rapidamente qui in azienda la triste notizia della morte della moglie di un collega.

Aveva 28 anni, veniva dal Pakistan ed era incinta del suo terzo figlio.

Brutta tragedia, davvero. Contemporaneamente però si sono aggiunti altri dettagli: era gravemente cardiopatica, dopo la prima gravidanza (o forse già prima, non so) le avevano detto di evitare di averne altre, che era già stato un miracolo riuscire a portarne a termine una. Dopo la seconda gravidanza le avevano ribadito di evitare di mettere a rischio la sua vita di nuovo, perché il suo cuore malato non avrebbe potuto sopportare tanta fatica.

Infatti è morta. E' morta mentre stavano praticandole l'aborto e il suo cuore non ha retto.

Sono rimasta parecchio scossa da questa notizia, ma, lasciatemelo dire, sono anche un filino incazzata, perché se per due volte (due volte!) sei stata miracolata, devi anche pensare che magari gli angeli custodi non possono fare sempre gli straordinari con te. Ma oltre a te, che sei adulta e hai scelto, mi incazzo perché non hai pensato ai due orfani che hai lasciato. Nel momento in cui metti al mondo qualcuno non puoi più scegliere solo per te, inevitabilmente ogni scelta che fai li coinvolgerà, per sempre. Del resto hai deciso di metterli al mondo, è giusto che te ne assumi la totale responsabilità.

Qualche collega più assennata di me mi ha detto "certo, ma cosa ne sai tu della loro cultura? O di quello in cui lei credeva?"

È vero, è innegabile che sia da tenere presente. Ma la mia piccola mente bacata non riesce a concepire una religione, una cultura, un popolo che permetta di mettere a rischio la vita di una persona –di una madre- soprattutto quando i mezzi e i metodi per evitare tragedie come queste esistono e sono alla portata di tutti.

Non ce la faccio.

martedì 28 maggio 2013

Le reazioni: sorprese e conferme


Abbiamo iniziato, neanche troppo timidamente, a diffondere la nostra lieta novella, anche perché Paciuk, informato sull'argomento, ha subito iniziato a raccontarlo entusiasta a destra e a manca, quindi siamo dovuti correre ai ripari ed informare noi le persone cui tenevamo dirlo di persona, anziché lasciare che un Paciuk senza controllo lo pubblicasse sul giornalino della materna.
Inutile dire che la primissima persona a saperlo sia stata la Nonna Super, i cui occhi si sono subito inumiditi, ma immagino che questo non meriti nemmeno di essere raccontato, da quanto sia scontato.
Seguono in ordine di apparizione le lacrime della Volpe, che in verità ha dovuto differirle di qualche ora, che era reduce da un matrimonio e le aveva esaurite tutte, ma mi ha riservato quelle successivamente prodotte.
La prima reazione inattesa è stata quella del collega Rugby, anche lui informato molto presto della news, ha abbandonato la sua scrivania e, con gli occhi lucidi, mi ha abbracciato. Non me la sarei aspettata una reazione così da un omone del genere.
Anche il collega figlio del Boss (quello dei porno, per intenderci) si è commosso, e anche in questo caso: chi se l'aspettava?
Il mio capo invece ha pensato bene, subito dopo essersi complimentato, di andarlo a raccontare a tutti gli altri uffici, così, tanto per rispettare la privacy. Da specificare che, finiti i baci e gli abbracci, mi aveva chiesto "lo sa qualcun altro qui in ditta?" "no, siete i primi" ecco, ci ha pensato subito a diffonderlo.
Altra reazione inattesa e stupefacente è stata quella del Boss in persona, che vedendomi ha fatto un sorriso a 52 denti e mi ha detto "ho saputo del lieto evento!". Da notare che quando sono arrivata nel suo ufficio era con un tizio sconosciuto, che ha immediatamente liquidato per affermare la suddetta frase e poi rivolgersi di nuovo a lui dicendo "è incinta!" e prolungandosi poi in uno sproloquio di qualche minuto sulle statistiche di nascita in Italia e sull'importanza di figliare, almeno 2 o 3 volte (!)
Devo dire che sono fortunata, perché per ora tutte le reazioni inattese sono state in positivo, mentre quelle più "tiepide" me le aspettavo esattamente così, quindi nessuno stupore.
Quella più tiepida, anzi, usiamo il termine giusto, più STITICA di tutti è stata senz'altro la capa (sorella del Boss, moglie del mio capo).
Scenetta:
io: (consapevole che lei sia sposata con radio-caserma in persona) "ha saputo la novità?"
lei: "aspettavo che me lo dicessi tu"
io: "beh, ha già fatto il giro dell'azienda
lei: (piccata) "dalla mia bocca non è uscito niente. Comunque stai bene?"
io: "si" (e mentre lei, superstiziosa fino al midollo, cercava del ferro da toccare ho aggiunto) "fin qui tutto bene".
Che tra le righe, se non si fosse capito, significava: fai la brava o arriva il certificato. Subito.
L'altra reazione di poco slancio è stata quella di due cari amici. Lui ha risposto "ah bene", lei ha accennato un sorriso più deciso, ma nulla di più. Sapevamo che questa coppia ci avrebbe riservato questo tipo di reazione, perché da tempo lui vorrebbe avere il secondo mentre lei, spaventata dal primo parto e dalla depressione post parto, non ne vuole sapere. Il problema è che non è serena nella sua scelta, nel senso che probabilmente ne desidererebbe un altro, ma la paura la paralizza. Quindi mi spiace molto, davvero, anche perché è un percorso che deve fare lei e lei con lui, ma che difficilmente qualcuno potrà alleggerire.
Altre reazioni degne di nota sono state principalmente due: la mia maestra di cucito ha affermato “e adesso?”…. ma che domanda è? Li per li devo aver risposto qualcosa tipo “boh, magari lo abbandonerò”, poi per spiegare meglio la sua domanda ha aggiunto “beh, lo manderai al nido”. Io non ho capito il collegamento, ma andiamo oltre.
La seconda è stata quella di un collega che dopo essersi complimentato ha chiesto quanti anni avesse Paciuk e quando gli ho risposto “4”, ha affermato “beh, di solito si fanno dopo 3”. Come se esistesse una regola, una legge che ti obblighi a ri-figliare dopo 3 anni dal primo, come se fosse facile pianificare. E’ chiaro che lui lo zen non sa nemmeno dove stia di casa!

venerdì 10 maggio 2013

La via dello zen

E' stato difficile aspettare e aspettare e aspettare. Trovare ogni mese la pazienza e lo slancio per dire "sarà il mese prossimo". E' per questo che la Volpe ha pensato di battezzarlo subito "star", che come i veri divi si è fatto aspettare un sacco.



E' stato un percorso davvero lungo ma penso che sia stato importante. Ho imparato tante cose e sono cambiata e visto che trovo gli elenchi semplici, efficaci ed esaustivi, eccovelo:



- Ho imparato a conoscere meglio il mio corpo, a decifrare certi segnali, ad assecondare certi istinti



- Ho imparato che la vita è beffarda: ti fa credere che tu abbia tutto sotto controllo, in verità le cose veramente importanti come l'inizio e la fine (e anche gran parte di quel che c'è in mezzo) non lo puoi stabilire, puoi solo accettarlo.



- Ho imparato quindi ad essere (un tantino) più zen, a lasciare che le cose prendessero il loro corso, che non per forza era quello che avrei preferito



- Ho imparato a trovare i lati positivi anche del corso diverso degli eventi. Mi piace pensare che ci sia un perché



Devo dire che quando mi sono davvero rilassata, quando ho smesso di farmi le paranoie tipo "e se poi nasce in inverno non posso fargli la festa al parco" "e se poi aspetta ancora un po’ Paciuk sarà all'università e non avranno niente da spartire", quando proprio proprio ho smesso, allora il miracolo è arrivato.



Un'altra delle cose che ho imparato è che la vita è davvero totalmente un miracolo. Non nel senso religioso del termine, proprio nel senso che non possiamo sapere tutto, che non tutti i meccanismi sono chiari. Tipo: se il soldatino del Pi ce l'ha fatta a conquistare il mio ovetto proprio adesso, perché non prima? Se si piacevano, se stavano tutti bene, se lo desideravamo, perché proprio solo quel soldatino li con quell'ovetto li? Ecco, nessuno ve lo sa spiegare. Il medico stesso, di fronte alle analisi perfette ha serenamente dichiarato "beh allora divertitevi" e ci ha liquidato.



Adesso sono in bilico tra il terrore e l'euforia. Oggi abbiamo la prima visita, che ovviamente speriamo confermi che tutto è al suo posto, poi allargheremo la notizia anche oltre l'entourage stretto che è già stato informato e soprattutto ne parleremo a Paciuk, che qualche giorno fa, parlando con la Nonna Super di un amichetto che è diventato Fratello Maggiore (e la Nonna Super iniziava a decantare le meraviglie dell'essere fratello maggiore), lui ha risposto: "io non ce l'ho un fratellino… ma poi, non so neanche come LI DISTRIBUISCANO".
Non so bene come procederà questa strada e se l'avventura andrà a buon fine (zen, sono zen), però come già concordato con la Volpe ai secondigeniti è vietato somministrare vitamine varie e Omega3, che poi mi diventano troppo intelligenti e profondi.