sabato 19 aprile 2014

Fu Puzzola, ora è Sweet

E' giunta davvero l'ora di renderle giustizia, non se lo merita più il soprannome affibbiatole alla nascita: la mia Puzzola ora si merita un riconoscimento superiore, lei è Sweet A., qui su Zettel facciamo solo Sweet che è più pratico.
Si sta dimostrando una bambina tanto piccola quanto saggia, che continua ad insegnarmi cose, giorno dopo giorno. Ha iniziato ancor prima di nascere, anzi, ancor prima di essere concepita, ad insegnarmi l'arte dell'attesa e dell'essere zen. Sta continuando alla grande.
Piange solo per buone ragioni e normalmente fa precedere il pianto da segnali di fastidio che, se letti per tempo, evitano di arrivare al punto di rottura. Non vuole addormentarsi in braccio, ma predilige essere lasciata in pace nel suo lettino, dove dolcemente si abbandona alle braccia di Morfeo (non sempre dai, ma spesso). Quando ha fame inizia a succhiarsi compulsivamente la mano e normalmente lo fa esattamente 4 ore dopo il pasto precedente. Sorride a profusione. Sempre. A chiunque. 
La notte attiva solo quelle poche energie che le servono per succhiare, non apre nemmeno gli occhi, ma se le capita di farlo mi guarda e sorride, come se volesse ringraziare. 
La mattina, appena finito di stiracchiarsi e stropicciarsi per mandare via i residui di sonno, sorride.
Mentre la cambio, se le sfioro le ascelle o i piedini, non solo sorride, ma fa grasse risate contagiose.
La cosa che più mi stupisce e mi innamora però è quando sorride anche dopo che l'ho svegliata, quando non mi tiene il broncio se l'allatto di fretta perché dobbiamo correre a prendere Paciuk, se mi mostra tutte le sue gengive anche dopo che l'ho lasciata un po nella sdraietta, perché Paciuk di ritorno dalla scuola materna esige le sue attenzioni. E' sempre di buon umore, anche con chi la sveglia di soprassalto mentre è nell'ovetto sorride, sorride, sorride.
Mi è capitato di recente di vedere un'amica che ha un pargolo di qualche mese più grande di Sweet e ho potuto constatare che il buonumore nei lattanti non è scontato. Il suo pupo, per un motivo o per un altro, non solo frigna, ma ha proprio sempre la faccia incazz nervosetta. Quindi, se possibile, la amo e apprezzo ancora di più questa sua caratteristica che spero rimanga e diventi tratto distintivo del suo carattere. Perché non solo lei è di buon umore, ma lo diffonde, lo fa diventare contagioso. 

lunedì 10 febbraio 2014

Col cavolo che siamo gli stessi

Sono passati quasi due mesi dall'arrivo di Puzzola e in casa Pi tutto procede bene. 
Lei è brava e il suo fratellone lo è anche di più, più di quanto mi aspettassi e in queste giornate piovose, passate in casa da sola con lei, ho riflettuto e rifletto sulla diversità tra un fratello e l'altro e sono giunta alla conclusione che, oltre ad innegabili diversità di carattere, siamo noi genitori ad essere diversi.
Sono meno spaventata e apprensiva, riesco a godere maggiormente di tutti i momenti con lei e quando arrivano delle brutte giornate non mi lascio abbattere e, nonostante l'innegabile fatica e stanchezza, sono consapevole che tutto scorre e scorre alla velocità della luce. In un batter d'occhio sarà grande come Paciuk, perché preoccuparsi?
Riesco contemporaneamente anche ad apprezzare di più Paciuk (se questo fosse possibile), a stupirmi della sua sensibilità e ad amarlo ogni giorno di più.
Se con Paciuk ero terrorizzata dall'idea di dargli dei "vizi", di averlo sempre attaccato al seno, di farlo addormentare solo in braccio, con Puzzola sono più rilassata, non ho fretta di metterla in cameretta nel suo lettino, sta bene anche nella culla accanto al lettone, perché so che è una fase che passa e non torna più e io voglio godermela tutta.
Adesso per esempio sta dormendo beata in braccio. Potrei metterla nella sua culla, ma il tempo vola talmente velocemente, tra pochissimo non si farà più coccolare così, quindi, che fretta c'è? Stai qui Puzzola e lasciati guardare.
Mi spiace un pò di non essere riuscita a vivere nello stesso modo la maternità con Paciuk, ma questo è lo scotto che pagano i primogeniti: hanno per un periodo il vantaggio di avere i genitori tutti per sé, ma sono dei genitori un pò imbranati e alle prime armi. Che pazienza devono avere i primogeniti!
I primi mesi con Paciuk volevo che tutto passasse alla svelta, volevo raggiungere un equilibrio e stabilire una routine.
In questi due mesi con Puzzola sono stupita di quanto cresca velocemente e di come sia già una bambina diversa da quella portata a casa il 19 dicembre.
Come affermato da un'amica recentemente, bisognerebbe fare il primo figlio... solo dopo il secondo!

sabato 4 gennaio 2014

Vi presento Puzzola

Come si fa a riprendere il filo del discorso dopo così tanto tempo di silenzio? Forse partendo dalla fine: il 16 dicembre è nata LittleStar, prontamente soprannominata Puzzola per la condizione costante in cui versa tra rigurgiti e altre produzioni proprie.
Se ripenso alla giornata che si è conclusa con la sua nascita mi prende un senso di tenerezza e meraviglia che spero di riuscire a conservare a lungo, magari per sempre, per potergliela poi raccontare.
Il termine, la DPP era fissata per il 23 e io già mi vedevo in ospedale il giorno di Natale, con nessuna visita e un pranzo tristarello al tavolino della mia camera, invece il 16, esattamente una settimana prima, verso le 13 sento la pancia indurirsi in modo un pò più "deciso" rispetto ai giorni prima, ma niente di doloroso. 
Il pomeriggio scorre tranquillo, sempre con questi "indurimenti" di pancia che mi accompagnano e -mi pare- diventano più costanti e ritmati, ma di certo non dolorosi, infatti alle 16 vado a prendere Paciuk alla scuola materna senza alcun problema. Inizio però a tener d'occhio l'orologio e mi accorgo che in effetti queste contrazioni si stanno sempre più ravvicinando. Rientrata a casa con Paciuk mi fiondo in doccia e verso le 17 chiamo il Pi e gli dico di non allontanarsi troppo e di cercare di arrivare a casa presto, che no, di sicuro non sono "quelle giuste", ma preferirei fosse nei paraggi. Contemporaneamente invito a cena la NonnaSuper, dicendole che no, non sono "quelle giuste", ma preferisco che sia a portata di mano, visto che non guida, per evitare di doverla andare a prendere a orari assurdi. Se poi si risolve in un nulla di fatto la riportiamo a casa dopo cena.
Verso le 18 siamo tutti a casa, il Pi super agitato che mi scruta di continuo e io che in effetti inizio a sentire qualcosa: da semplice "indurimento" diventa un pò più fastidioso, ma questo non mi frena dal mettermi a tavola e mangiare un boccone rapido, prima di lasciare casa alle 19,20 alla volta dell'ospedale, dopo aver rassicurato e abbracciato un Paciuk curioso e in osservazione.
Arrivo in ospedale, suono il campanello del blocco parto e all'apertura della porta dichiaro "sono alla 39° settimana e ho contrazioni ogni 7-8 minuti". L'ostetrica mi guarda perplessa e afferma "detto così non si direbbe proprio" e io: "aspetta la prossima contrazione, poi vedrai! Ah! dimenticavo, è il secondo figlio e il primo l'ho scodellato piuttosto rapidamente" "Ah, allora le cose cambiano", è la risposta dell'ostetrica.
Mi attaccano il monitoraggio e controllano i miei esami e i documenti. Mi chiedono se voglio l'epidurale, rispondo "boh, vediamo come procede", perché fino a quel punto non si poteva davvero parlare di veri e propri dolori da parto. Alle 20 mi visitano e dichiarano: "sei di 5 cm. Perché invece dell'epidurale, visto che sei già arrivata fin qui, non provi ad entrare in vasca? poi se vuoi sei sempre in tempo a ricorrere all'epidurale". Acconsento. Aprono l'acqua per riempire la vasca.
Nel frattempo le contrazioni si fanno intense. Chiedo all'ostetrica: "nascerà oggi?" lei guarda l'orologio e afferma "mah, abbiamo 4 ore, se dici che con il primo hai fatto velocemente, magari si".
Non finisce la frase che io esplodo "SENTO DI DOVER SPINGERE!" e l'ostetrica serafica "e allora fallo!" "ma sono solo di 5 cm!" "tranquilla, asseconda le spinte".
Eeeeee una (l'ostetrica apre la porta e grida a una collega "chiudi l'acqua, qui nasce")
Eeeeee due
Alla terza la testa é fuori ed rimane li fino alla quarta, decisiva spinta.
Ore 20,28 Puzzola é raggomitolata sul mio petto, sporca e ancora col cordone attaccato.

Che altro aggiungere? che il "secondo giro" è pazzesco, è tutto più veloce, non solo il parto. Per esempio ci ho messo diverse settimane ad innamorarmi perdutamente di Paciuk, mentre Puzzola l'amavo che ancora non eravamo state dimesse dall'ospedale. Vivo tutto con molta più serenità, persino le notti faticose e le lunghe poppate, consapevole che poi passa, che sono solo fasi che in un soffio saranno già passate e lei sarà grande come è grande Paciuk, meravigliosa e unica come lo è lui.
Buona vita mia Puzzola.

p.s. oggi siamo riusciti a farle -finalmente- il primo bagno, ma il soprannome non lo cambio ;)