mercoledì 24 novembre 2010

resoconto

Vorrei raccontarvi i miei 3 giorni in Bulgaria senza tediarvi troppo ma mi rendo conto che avrei un sacco di cose da scrivere.
Riassumo dunque nei due punti seguenti: lavoro e relazioni e conto di liquidare in quattro e quattr'otto il primo dei due...
LAVORO dunque: un flop, praticamente siamo andati fin laggiù per il niente, il voto che il Boss ha dato alla visita è stato 4+ ("il + è per incoraggiamento", dice).
RELAZIONI: e qui intendo dire sostanzialmente quella tra me e il Boss. Sapete bene che partivo prevenuta per questo motivo e per me essere prevenuta vuol dire alzare delle barricate intorno. Però il mio innato ottimismo e la fiducia nel prossimo fa si che le mie barricate siano solitamente di carta velina e tendo a "mollare" le difese rapidamente.
Così è stato.
Lui è stato una compagnia piacevole ma non invadente, abbiamo parlato di lavoro, ha scucito qualche dettaglio "da capo", abbiamo spaziato poi nella politica, nella famiglia, nel nostro (mio e del Pi) progetto di B&B ecc ecc ecc.
La prima sera a cena ero senz'altro più "ingessata", ieri sera ero un pò più sciolta.
Però tutto ok. Abbiamo anche riso e francamente è stata una cena piacevole (si è pure scandalizzato venendo a sapere del mio livello in busta paga, pare che ora me lo aumenterà, anche se ciò non significherà un aumento di stipendio, ma questa è un'altra storia...).
Insomma tutto bene.
Arriviamo al dunque.
Ci salutiamo, buona notte a domattina e salgo in camera mia. 
Cerco di mandare un sms al Pi, ma purtroppo i cellulari non avevano costantemente campo: talvolta prendeva, talvolta no. Ecco, ieri sera no. Ho provato un paio di volte ma il messaggio non partiva. Ho spento e mi sono messa a leggere.
Stamattina ho riacceso il telefono con l'intento di inviare quel benedetto sms al Pi e per fare un paio di foto alla mia suite (si, l'albergo aveva fatto over booking e -purtroppo!- ci hanno dovuto mettere in due bellissime suite. Vi dico solo che avevo 2 bagni!) ed ecco che arriva l'sms: "forse avevi paura che ti chiedessi di non dormire sola questa notte, ma il pensiero era lontano da me. Ma cenare con te questa sera è stato bellissimo e forse qualcosa è cambiato..."
si insomma le parole non erano al 100% queste ma il concetto si.
Il bello è che ci ho messo anche un attimo a capirlo, 'sto messaggio! sempre per la mia buona fede e ingenuità.
Poi quando finalmente l'annebbiamento del sonno residuo mi ha lasciato e ho realizzato ho detto ad alta voce: "OMMERDA.E ADESSO?! Per fortuna ieri il cell non andava!"
Mentre mi vestivo e raccattavo la mia roba per la -enorme- stanza continuavo a parlare ad alta voce. 
Alla fine la mia decisione è stata: fingere indifferenza. Quel messaggio non l'ho mai ricevuto. Se poi dovesse far lui riferimento a qualcosa, semplicemente gli dirò: "N-O-N H-O R-I-C-E-V-U-T-O N-U-L-L-A. A-R-G-O-M-E-N-T-O C-H-I-U-S-O"
ma non ce n'è stato bisogno
Non ha fatto cenno a nulla
Probabilmente è talmente avvezzo a certi giochini che se vanno vanno, altrimenti pace.
Quindi pace.

Resta ovviamente un filo di tristezza. Se solo avesse finito il messaggio dopo la frase "ma cenare con te è stato bellissimo" sarebbe quasi stato lusinghiero e avrebbe un pò sfatato la sua fama di donnaiolo, invece l'ha tristemente confermata. 
Ora la mia femminea curiosità galoppa: quante delle colleghe hanno ceduto?

ma poi, CHISSENEFREGA?

Lascio magari per un altro post tutta la riflessione sul come sia facile avere certe occasioni e su come non me ne sia mai accorta perchè ho le fette di salame sugli occhi (eh! la mia Volpe aveva cercato di illuminarmi! C'aveva un sacco ragione!)




domenica 21 novembre 2010

Domani si va (pare)

Lunedi h 12:45
ci riproviamo!
domani dovrei -ormai il condizionale è d'obbligo- partire per la Bulgaria.
Il dubbio questa volta non è di non partire MA di non tornare, perchè il Boss è dal nostro non-viaggio che gira con 2 carte d'identità. Pare non riesca a separarsi dalla prima, l'originale, quella scordata nella giacca. 
Peccato che ne abbia denunciato lo smarrimento per farsi fare il duplicato al volo in aeroporto.
Quindi prevedo che lo beccheranno con 2 documenti e lo metteranno dentro.
Io ho già avvisato la Capa (sua sorella, nonchè altra titolare dell'azienda) che in tal caso non mi assumo nessuna responsabilità, lo abbandono al suo destino e prendo il mio bel volo di ritorno per casa. 

A parte gli scenari apocalittici pare che questa volta il Paciuk sia più tranquillo. Alla fine le "prove generali" del 10 novembre sono servite più che altro a me per capire come gestire al meglio la situazione.
Innanzitutto non ho iniziato a tediarlo con la storia "la mamma parte" troppi giorni prima, tanto non ha il senso del tempo e dirgli "lunedi parto" per lui ha poco significato, comprende solo la parte relativa al "parto" e non al "lunedi", quindi inutile portarsi avanti!
Questo ha fatto si che arrivasse tranquillo fino a ieri, quando ho iniziato a raccontargli le giornate che l'aspettavano: oggi avremmo festeggiato Kitezio, domani andrà al nido e domani pomeriggio andranno i nonni Strani a prenderlo, perchè la mamma prenderà l'aereo.
Abbiamo fatto un disegno di un aereo e la mia faccia che spunta dal finestrino, poi lui e il Pi che restano a terra, ma io e lui siamo legati da un nastrino. Si, come raccontato nel libro "mamma nastrino", dove si spiega che ogni mamma è legata al suo bambino da un nastrino che non si spezza mai, si allunga all'infinito e fa si che i due si ritrovino sempre.

Sembra sempre che i bambini piccoli, che ancora non parlano correttamente, non comprendano. Pensate quel che volete, ma questa sera gli ho ri-mostrato il disegno, gli ho detto "domani mattina lo appendiamo sulla porta della tua camera?" e lui mi ha fatto capire che voleva appenderlo subito, mi ha aiutato a farlo e poi ha dato un bacio all'aereo. Gli ho detto che quando lui prima di andare a letto darà un bacio al disegno, io lo sentirò e gliene manderò uno anch'io, perchè il nastrino che ci lega è indissolubile.

Il Pi in tutto ciò aveva una lacrimuccia che spuntava.
Eh, papone cuore di pietra!

Intanto vi allego una foto del Paciuk che gioca nella sua stanza preferita, a dimostrazione che quanto scritto nel post trash non è una bufala!
A mercoledì!




mercoledì 10 novembre 2010

Cronistoria di un non-viaggio

Questa mattina tutto era pronto: il trolley nuovo nuovo delle misure adatte per volare, i documenti da portare al cliente, il disegno da appendere sulla porta del Paciuk con aereo+mamma+pargolo+nastrini da strappare per ogni giorno di assenza. 
Poi i saluti, abbracci e baci baci baci.
Arrivo in ufficio e finisco di preparare altro materiale per la nostra visita, con la fretta che solo un appuntamento all'aeroporto può dare. Ovviamente proprio questa mattina i tecnici stavano completando il passaggio al nuovo server, quindi PC a singhiozzo. Ma ce l'ho fatta.
Si parte, arriviamo in aeroporto con il giusto anticipo, forse un tantino di più. Il check in era già stato fatto on-line e ci mettiamo in fila per il controllo dei bagagli.
Faccio presente al Boss che serve il documento, oltre alla carta d'imbarco e lui estrae il portafoglio.

Da li: IL PANICO
La carta d'identità non c'è, passa ogni scomparto, richiude il portafoglio e lo riapre, come se potesse azzerare la situazione, ma la carta d'identità proprio non c'è.
Ci spostiamo dalla fila. 
Chiedo "ultimo avvistamento?"
"in Francia, devo averla lasciata dal cliente alla reception"
"ma quando è stato in Francia?"
"lunedì"
"ma se fosse dal cliente magari l'avrebbero chiamata, è registrato con il nome dell'azienda, sanno dove trovarla!"
"mmh forse è nella giacca marrone".

Mentre ci allontaniamo chiama la moglie (santa donna) e le chiede (chiede?) di andare a casa a cercare la carta d'identità.
Peccato che siano le 12,05, casa sua dista 15 km circa e il volo parte alle 12,45. Il gate chiude alle 12,15.
Nonostante questo la santa donna obbedisce. Nel frattempo andiamo al bancone della compagnia aerea dove apprendiamo che si possono fare i documenti in aeroporto. Per la modica cifra di 60 euri dichiari che hai smarrito il documento e te lo rifanno seduta stante.
Comodo!
A quel punto mi parcheggio su una panchina e sfodero il mio libro nuovo nuovo, in attesa che l'astuto Boss si faccia le sue corsette in su e in giù per l'aeroporto a fare le foto tessera e compilare i documenti.
Dopo un pò compare e allora parte la corsa affiancata.
Al controllo bagagli tanto per farci perdere secondi preziosi mi fanno togliere anche le scarpe.
Corriamo corriamo corriamo (i bagagli li aveva tutti lui. Tiè)
Arriviamo al gate

CLOSED

Lui parte con un aggressivo "ma non è possibile! Avevamo avvisato che stavamo arrivando" (?!).
Io tento con un più onesto "avete ragione, ci cospargiamo il capo di sale, ma non si può proprio...?" e faccio gli occhioni da cerbiatta. La hostess si intenerisce (grazie a me, che se era per lui lo mandava -a ragione- a cagare. Sei rimbambito e vuoi anche avere ragione?) e fa due telefonate. 
Passano lunghissimi secondi di attesa.
Poi arriva il responso, anticipato dalla faccia della hostess: NIET, il comandante ha detto di no, è sua l'ultima scelta.
Lui tenta la carta del "ma no, ho anche speso 70 euro di carta d'identità nuova!" Si, 10 euri li hai lasciati di mancia e comunque se sei cretino cosa c'entra la hostess e il comandante? 
Almeno infilati la tua bella coda tra le gambe e zitto. Ovviamente prima ringrazia per il tentativo fatto dal personale, che poteva dirti direttamente "attaccati".

Si è seduto abbattuto su una poltroncina del terminal per riprendere fiato, perché comunque anche se è giovanile c'ha quasi 60 anni e le scorribande per l'aeroporto l'hanno un pò segnato.
Io a quel punto scoppio a ridere e dico "di questa bella giornata le restano i kg che ha perso correndo!"
Poi aggiungo, -perché sono dannatamente ingenua e sempre in buona fede e forse anche un pò cretina- "certo che, visto che i bagagli li ho e tutti sanno che sono via, potrei andare a farmi un giro da qualche parte!" (notate il singolare, please!)
Lui si illumina, si risveglia, si ringalluzzisce: "GIUSTO!"
silenzio per elaborare
"ho la scusa!"
dimmela la cazzata
"diciamo che abbiamo fatto scalo in una città che poi decidiamo, non so, a Budapest e poi abbiamo perso la coincidenza, da li abbiamo la scusa per stare in giro"
io iniziavo a sudare freddo: ma dici davvero? potresti tranquillamente essere mio padre e io non mi chiamo Ruby nè sono minorenne!
Rispondo garbatamente: "Boss, le bugie hanno le gambe corte e con me anche cortissime: non le so proprio raccontare!" e per me l'argomento era chiuso.
Macché
"pensaci WonderP! dai, davvero pensaci! Cosa ti importa? stiamo in giro un paio di giorni!"
Ha insistito per un pò con 'sto "pensaci" (un tempo infinito per la mia percezione), di sicuro sono anche diventata rossa ad un certo punto, che purtroppo questa cosa non la riesco a comandare e poi ho concluso con un "NO, si torna a casa"
Finalmente ha smesso di insistere.

Siamo usciti dal terminal e ci siamo fermati a bere un caffè mentre aspettavamo che la santa donna (che nel frattempo si era fatta 15+15 km per il niente, per confermare che in effetti la carta era nella giacca marrone -almeno per il -prossimo viaggio ne ha due, abbiamo speranza) ci venisse a prendere. Li lui ha fatto ancora qualche battuta da bavoso-sotto-copertura.
Ho virato l'argomento sul Paciuk e sulla meravigliosità e unicità della mia famiglia.
Avrà capito?

Il viaggio ovviamente è rimandato (e con lui il sogno di un paio di cacche in solitudine) e io ora mi procuro delle mutande di ghisa con lucchetto. (Non fate le emancipate: non è lui che decide gli stipendi, ma la sua arcigna sorella, quindi anche la disgustosa ipotesi di concedermi non porterebbe nessun tipo di frutto)



giovedì 4 novembre 2010

Rendez-vous con la volpe

Uffa
avevo scritto un post lunghissimo sull'uscita di ieri con la Volpe, ma il www se l'è mangiato. Burp

In sostanza raccontavo di come le uscite con la Volpe siano sempre fittissime di bla bla bla, ma prima di quelli c'è "l'angolo del lamento", praticamente il primo quarto d'ora lo passiamo a lamentarci delle reciproche rotture di scatole, siano esse figli, famiglia, lavoro o quant'altro. Poi diciamo "stop" e si passa ad altro.
Ieri sera ci siamo dilungate un pò nelle lamentele e probabilmente i vicini di tavolo della birreria dove ci eravamo rifugiate faranno la scelta di restare single e soprattutto di non figliare. Se qualcuno di loro fosse casualmente anche lettore, vorrei tranquillizzarlo: la vita è meravigliosa, i figli una benedizione, andate e moltiplicatevi. Con consapevolezza però, mica che poi veniate a dire "non ce l'avevano detto".

Ieri sera appunto. Il programma doveva essere tutto diverso, l'avevamo pianificato da almeno 10 giorni: divano+plaid+rhum(tisana?)+camino e bla bla bla. Ma il Convivente ha deciso di romperci le uova nel paniere, ha bigiato il corso di inglese e ha occupato il (suo) divano e preso possesso del telecomando, prontamente pigiato sulla partita. Ah il maschio italico come è prevedibile.

Le uscite con la Volpe sono mediamente sempre così: abbiamo un sacco di cose da dirci e quindi parliamo normalmente più velocemente del solito, per poi accorgerci che comunque il tempo non ci è bastato e abbiamo scordato un tot di argomenti. E' un pò come alzarsi da tavola ancora con un pò di fame: ti fa venire la voglia di programmare un nuovo incontro. Gli argomenti dimenticati ieri sera, che la Volpe ha prontamente elencato nella mail del buondì di stamattina sono:
- mia arrabbiatura del nido
- suo discorso sui giochi
- zettel
- weekend alle terme in bianco (suo)
- strofinamenti
- varie ed eventuali
di sicuro ce n'era qualcun altro ma, come ho dichiarato all'inizio, ho perso la prima bozza di questo post e con lei la memoria dell'elenco completo. 

Ma la cosa più bella che mi ha raccontato ieri la Volpe e che mi ha lasciato senza parole è ciò che è accaduto a quella che chiameremo per pudore Amica.
Succede che l'Amica guidi un bolide un pò vecchiotto
Succede che il suddetto bolide tiri le cuoia
Succede che il compagno dell'Amica (conviventi e -guarda caso- con una figlia in comune) abbia una piccola utilitaria che giace inutilizzata in garage.
Ovviamente il bolide viene rottamato e la piccola utilitaria torna in auge. Il compagno però insiste per fare il passaggio di proprietà e l'Amica, pur non comprendendone fino in fondo il motivo e piuttosto restia a cacciare un sacco di euri per il niente, acconsente.
Subito dopo il piano risulta chiaro: il compagno presenta il conto, l'auto costa tremilaeuri.

Non aggiungerò altro se non il commento che ha fatto la Volpe: "almeno se se ne vuole andare può portarsi via, oltre ai mobili pagati da lei, anche l'auto" senza ringraziare, aggiungo io. e magari prenderei anche la creatura, che è venuta tanto bellina nonostante tutto.