venerdì 22 aprile 2011

Impermeabile e grasso di balena

Stavo per scrivere un post noioso e ripetitivo su come sia diventato pesante lavorare dove lavoro, sul fatto che il mio capo non è più il mio capo perchè hanno deciso che adesso il mio responsabile è un altro ma non si sono degnati di informarmi decentemente ("venerdì esco prima" "perchè lo dici a me?" "e a chi dovrei dirlo?!" "ah, ora il tuo responsabile è PincoPallino"...), sul fatto che a molti dei nostri dirigenti un bel T.S.O. (leggasi Trattamento Sanitario Obbligatorio) ci vorrebbe proprio e di come mi sia sentita dire che sto attraversando una crisi adolescenziale perchè ho semplicemente esternato ciò che penso (garbatamente e con molti tagli, ho evitato la proposta del T.S.O., ma è mia abitudine dire SEMPRE quello che penso, anche quando non è richiesto).
Insomma più o meno 6 ore fa stavo per tediarvi con tutto ciò, ma quel post è rimasto solo nelle bozze, perchè poi sono uscita dall'ufficio, ho raggiunto la mia famiglia e non ho più pensato a niente se non al week end che si può considerare iniziato.
Si tratta solo di restare ben concentrate e cercare di mantenere il focus su altro anche martedì, quando ricomincerà la settimana lavorativa e la frustrazioni e la rabbia torneranno a farla da padrone. Ci riuscirò?
Ogni tanto in alcuni momenti di lucidità mi viene in mente il Paciuk e qualche sua nuova trovata e mi metto a ridere da sola, alla scrivania. Ecco, devo davvero riuscire a restare concentrata su quello, spalmare un bello strato di grasso di balena dappertutto e lasciarmi scivolare tutto addosso, indossare un bell'impermeabile resistente, da spogliare e lasciare poi accanto alla timbratrice.
Sapete dove ne vendono?

lunedì 18 aprile 2011

Compleanno e conseguenze

Il silenzio degli ultimi giorni è stato causato dal totale assorbimento delle mie energie in quello che nel mio immaginario è stato vissuto come l'Evento Dell'Anno: il compleanno del Paciuk!
Da settimane pensavo a DOVE e COME organizzare la festa, il QUANDO era facile: il compleanno era proprio ieri. 
Per il dove ho deciso di azzardare una festa nel parco fuori casa e ho iniziato la novena a S. Tempo Buono perchè altrimenti sarebbe andato tutto a quel paese.
Per il come gli ingredienti erano: pargoli al pascolo, genitori in chiacchericcio fitto che si beano delle prodezze dei loro nani, buon umore e odore di primavera. Così è stato! 
E' andato tutto esattamente come me l'aspettavo e come speravo, Nonni Strani compresi.
Si, perchè nello stilare la lista degli invitati c'è stato il dibattito "nonni si-nonni no", che si è concluso con un 1-0, perchè almeno si sarebbero diluiti nella folla. Anche questa aspettativa è stata attesa. L'unico incontro che ho avuto con il nonno Strano è stato al suo arrivo, quando io ero già nel parco a preparare e lui è arrivato scortato dal Pi e dal Paciuk motorizzato di triciclo. Mi saluta dicendo "ma che monello è diventato!"(il "Ciao, come va?" pare sia diventato un optional) "eh mammamia cosa ha fatto mai?!" "gli ho detto di darmi la mano e non l'ha fatto". Non ho resistito, gliel'ho detto "beh, non vi vede mai, non vi conosce, è normale che non vi dia la mano alla prima richiesta"... avrà capito? mah.
La festa è proseguita serenamente, con bolle di sapone, gessetti sul pavimento e bambini super sporchi.
Il Paciuk ha ricevuto dei regali bellissimi e l'atmosfera era davvero rilassata e piacevole. Gli unici un pò mummificati sulla panchina erano i Nonni Strani e la Cognata Strana, ma non si può pretendere.
Il Paciuk ha razzolato tutto il pomeriggio, ogni tanto si ricordava di avere una genitrice, chiedeva al primo che vedeva "mia mmamma?", mi veniva a salutare e se ne tornava a giocare. Ho temuto di doverlo mettere a letto in sella alla sua fantastica bicicletta senza pedali (grazie Kitezio & family!), ma siamo riusciti a convincerlo a parcheggiarla fuori.

Da stasera il Pi si aggira per casa con il lettore MP3 con microfono, dono dei Nonni Strani, cantando le canzoni da noi preventivamente ivi caricate e litigandosi il gioco con il Paciuk.
Il suddetto neo-duenne pretendeva di fare la doccia con l'MP3, alla fine ha pattuito con il Pi che mentre lui si lavava il babbo stava in bagno a cantare. Io mi sono defilata e talvolta sentivo il microfono amplificare "plin-plon: la mamma è attesa in bagno".
Ora, è vero che vorrei cambiare casa, ma vorrei preservare la reputazione. Ce la farò?

giovedì 14 aprile 2011

Volpe-contributo #7

Lei è la mia perla.

E’ cresciuta, custodita protetta e al buio, in una conchiglia speciale.

E’ luminosa.

E tonda.

Sa di salmastro.

Ha bisogno di luce per non appassirsi e sbiadire.

Mi fa un po’ signora, ma mi impreziosisce e la sfoggio con orgoglio.

Lei chiama le perle del suo libro preferito PALLE anche se io insisto a chiamarle perle..

Ma ieri ha scoperto a soli due anni che amore è venirsi incontro e mi ha regalato questa perla: MAMMA GUADDA, UNA PALLA PERLA!

















martedì 5 aprile 2011

Corsi e ricorsi

Quando investivo il mio tempo sulle “sudate carte”, perdevo diottrie sui libri e subivo le angherie di docenti maleducati e presuntuosi pensavo “Ah! Non vedo l’ora di finire! Finalmente quando lavorerò potrò essere pienamente padrona del mio tempo, concluse le 8 ore lavorative potrò dedicarmi ad altro, senza sensi di colpa per i capitoli non studiati”

Sognavo fine settimana senza ansie da libri e appunti. Bramavo di abbandonare la sensazione di perenne ritardo rispetto alle scadenze sempre imminenti degli esami.

L’odio per questa sensazione mi ha portato, con gli anni, a maturare il concetto di “portarmi avanti”, per non fare sempre le cose all’ultimo momento. Oggi sono quasi da ricovero da questo punto di vista, che se potessi dormire vestita per “portarmi avanti” ed essere già pronta la mattina lo farei (mmh non male come idea, ci lavorerò su…)

Anche al lavoro sono così. Se so di avere una scadenza cerco di portare avanti il lavoro per evitare di arrivare all’ultimo minuto che, si sa, ci sono sempre imprevisti.

Questo funziona più o meno bene quando non lavori qui.
Entriamo nel dettaglio che mi IMBUFALISCE oggi e mi fa uscire le saette dagli occhi e c’ho i fumetti neri sopra la testa come i cartoons.
DOMANI aspettiamo la visita delle alte sfere del nostro principale cliente (30% di fatturato, per intenderci). Ero stata avvisata della visita. Grazie tante.
IERI chiedo lumi al capo: “scusi ma io mercoledì di che morte devo morire? Passo solo a salutare e me ne vado, resto in compagnia tutto il giorno, faccio la velina, porto il caffè… che faccio?!”. La domanda mi era scaturita dopo che mi era arrivata la convocazione per questa mattina che recitava così: “Ci vediamo alle 9 in punto e vediamo se siamo pronti per la visita di mercoledì”.
Pronti? A far che? Io non avevo nulla da preparare, organizzare, pianificare. Ho percepito nei giorni scorsi un brulichio intorno a me, ma non sono stata coinvolta direttamente in nulla.
Per questo ho chiesto lumi ieri e la risposta è stata: “lo vediamo domani mattina insieme. Per ora chiama L’Importantissimo Cliente e chiedigli se mercoledì sera si va a cena insieme”


L’ho guardato da sotto in su spalancando gli occhioni, ho sollevato il dito indice, l’ho puntato verso di me e poi l’ho riportato in posizione verticale scuotendolo da destra a sinistra velocemente (traduzione: “io no eh?”). Risposta: “lo vediamo domani mattina” eeeeh figurati! Mica vorrai organizzarti prima! Eccheccavolo! Scusa con quanto anticipo vuoi sapere che mercoledì lavorerai indicativamente 14 ore?!
Stamattina, puntuale, la riunione.
Allora il capo attacca con: “l’ordine del giorno è bla bla bla, poi arriva la nostra presentazione, che sarà fatta da Wonder”
Stavo cadendo dalla sedia.
Eeeeh! Figurati! Con quanto anticipo vuoi sapere che devi esporre in inglese tutta la presentazione dell’azienda, snocciolare cifre e numeri e budget e previsioni e investimenti? Ma mica puoi leggere nooooo che sta male! Devi essere sciolta eh! Mi raccomando! Si, devi fa scorrere le slides della presentazione, ma devi anche aggiungere che bla bla e bla.
“Ah, ovviamente a cena ci devi essere.” Aggiunge infine.
Non ho avuto bisogno di dire nulla, che la mia faccia è pure troppo trasparente in queste occasioni (un pregio? Un difetto? Mah).
Ok, il piano d’azione è stato il seguente: rientrata in ufficio ho immediatamente inserito la risposta automatica alle mail “sono fuori sede fino al giovedì”, così iniziamo a scremare gli scocciatori.
Poi ho chiamato il Pi e la Nonna Super per pianificare la logistica famigliare.
Poi, tranquillo come una Pasqua, arriva il capo “alle 15 se vuoi vieni nel mio ufficio e mi ripeti ad alta voce la presentazione”.
Risposta: “ho smesso di ripetere ad alta voce la lezione quando avevo 10 anni e frequentavo la 5° elementare, grazie”
(non è vero, anche all’ultimo esame sfracassavo le palle alla Nonna Super che stava ad ascoltare i miei sproloqui su scrittori improbabili e sconosciuti della letteratura tedesca… ma questo non glielo diremo)
Vista la reazione pungente prosegue: “sai, è molto importante l’immagine che daremo domani, perché anche il cliente percepisce che ci sono nuove leve che vanno avanti, giovani che prendono i loro spazi”. Come al solito la faccia è stata molto più rapida della parola (quella riesco a troncarla, per la faccia mi tengo quella che ho) e lui si è diretto verso la porta, senza aggiungere, graziealcielo, altre cazzate.In sostanza, chiudendo il cerchio, uno pensa di liberarsi di certe rotture di palle, invece puntualmente la storia fa corsi e ricorsi uno si trova a 33 anni a dover ripassare la lezione…