sabato 31 dicembre 2011

Cinismo

Siamo delle pessime persone, io e il Pi. Ma siamo attorniati da altre altrettanto pessime persone (che in effetti ci si sceglie, di solito). Noi non ce la facciamo proprio a dispiacerci per la morte di persone che non, ehm, diciamo STIMAVAMO in vita. Perché dovrei stimarle e rispettarle ora che sono morte?
Non ci viene proprio spontaneo raccoglierci in devoto e rispettoso silenzio, piuttosto vorremmo urlare: UNO STRONZO DI MENO AL MONDO, che con tutta la brava gente che ci lascia, ogni tanto la partita si riequilibra.
Che poi la morte è una cosa naturale, accettarla fa parte dell'accettazione del nostro essere persone. Nasciamo, viviamo, moriamo. Se poi riusciamo a morire alla veneranda età dei due figuri che ci hanno lasciato ieri e stanotte, beh, io ci farei la firma!
Del primo non so molto, se non che era fascista e lo è stato fino alla fine, anche se il fascismo DOVREBBE essere bandito e punito per legge. Una sua dichiarazione: "l'antifascismo non è un valore. (...) Da quell'odio non può nascere qualcosa che rappresenti un valore (...)". Oggi sul giornale locale, pieno di necrologi, un tale l'ha persino voluto "salutare romanamente". Tanto mi basta per brindare.
Ad ogni modo penso che almeno fosse una persona onesta e coerente. Di certo di vedute opposte alle mie, ma in democrazia è giusto così (anche se lui di quella democrazia li non era mica tanto promotore, ma lasciamo stare).
L'altro è stato ben più pericoloso e dannoso, ladro, mafioso e servo, non certo dei più deboli, come il suo ufficio predicherebbe. Non ce la faccio proprio a dispiacermene. Mi dispiace solo che non se ne sia andato prima. Prima di costruirsi la piscina in Brasile, magari. O prima di completare altre porcherie. Spero solamente -e lo spero davvero- che lui si trovi ora davanti a quel Dio in cui io credo e nel quale anche lui sosteneva di credere e che stia finalmente prendendo tutti i calci in culo che si sarebbe meritato in vita.

Buon cinico anno a tutti!

venerdì 16 dicembre 2011

Lavoro in un'azienda

-Lavoro in un'azienda che a inizio dicembre ha proclamato la cassa integrazione per 20 dipendenti (su 120) per 13 settimane.
-Lavoro in un'azienda che tra natale e capodanno chiuderà per ferie, tranne 20 dipendenti.
-Lavoro in un'azienda che nei 10 giorni precedenti alla proclamazione della cassa ha registrato 1220 ore di straordinario, che presumibilmente verrà pagato in nero
-Lavoro in un'azienda che da 2 settimane ha iniziato l'ampliamento del capannone di circa 4000 m2
-Lavoro in un'azienda che ha deciso che la cassa debba essere fatta un giorno a settimana anche dagli impiegati, non solo dagli operai, però solo da 5 impiegati, che gli altri hanno un sacco di lavoro (traduco: l'ufficio vendite non c'ha una mazza da fare, ma stranamente l'ufficio acquisti è oberato... cosa comprerà, se l'ufficio vendite non inserisce ordini? mistero).
-Lavoro in un'azienda che mi fa fare un giorno di cassa integrazione alla settimana, nonostante io abbia qualcosa come 140 ore di ROL arretrate.
-Lavoro in un'azienda che quando i clienti chiamano nel giorno di cassa integrazione gli viene risposto "WonderP è malata oggi" oppure "WP è in ferie" e io cado dal pero quando il giorno dopo mi dicono "mi fa piacere che sia guarita" o "ha buon tempo lei, che fa le ferie!"
-Lavoro in un'azienda che questa sera ha invitato a cena tutti i dipendenti. E saranno sorrisi e pacche sulle spalle per tutti e "siamo una grande famiglia". 
-Lavoro in un'azienda che ha deciso che i regali che arrivano vengono condivisi tramite apposita lotteria durante la cena. Previa cernita dei capi, che il meglio se lo portano a casa.
-Lavoro in un'azienda la cui titolare si disfa di alcuni soprammobili non graditi facendoli passare per regali pervenuti in azienda e li mette in palio alla suddetta lotteria
-Lavoro in un'azienda dove la moglie dell'altro titolare (sono fratello e sorella), che lavoricchia part-time per l'azienda, ha preteso che il suo nome fosse inserito nel bussolotto per l'estrazione della lotteria. (Spero davvero che vinca il vaso di sua cognata).
-Lavoro in un'azienda dove il figlio del titolare, ovviamente assunto e ben remunerato, non fa una mazza tutto il giorno e tutti si stupiscono e cercano di scandagliare il perché il suo ufficio non sia "produttivo".
-Lavoro in un'azienda dove in effetti non è vero che il figlio del capo non fa una mazza tutto il giorno, in realtà ha una fitta corrispondenza con amici e amichette su varie chat e poichè alle sue spalle c'è una finestra che riflette il monitor del suo computer (=probabile sgamo), lui lascia aperto il coperchio della fotocopiatrice affinchè si neutralizzi l'effetto-specchio della finestra e tutti fanno finta di non averlo capito.
-Lavoro in un'azienda dove il titolare in assemblea generale dichiara che grazie al suo fiuto abbiamo abbandonato clienti che in effetti si sono rivelati moribondi e poi mi fa una lavata di capo perchè è arrivato un ordine del suddetto cliente e io mi sono permessa di chiedere al cliente se fosse un errore. (Piccolo inciso per maggior comprensione: è dall'inizio dell'anno che stiamo "sfilando" le produzioni di questo cliente, restituendo mezzi produttivi e materia prima eccedente, facendo inventari su inventari affinchè non avanzasse nulla e si arrivasse con magazzino a zero). 
-Lavoro in un'azienda dove il titolare ci ha dato degli "ominicchi, quaquaraquà e rottinc..." (cito testualmente, puntini di sospensione inclusi) sulla bacheca aziendale (ovvio, non di persona) perchè ci siamo permessi di chiamare i sindacati quando è stato scoperto che per scovare dei ladruncoli negli spogliatoi maschili erano state installate delle telecamere.
-Lavoro in un'azienda che si riempie la bocca con parole come "orario flessibile", "incentivi alle mamme lavoratrici", "nido aziendale". Ma sono solo parole che danno aria ai polmoni.
-Lavoro in un'azienda dove ultimamente non lavoro più volentieri.

sabato 10 dicembre 2011

Le nuove fasi

Dopo un periodo idilliaco, con un Paciuk simpatico, gestibile, collaborativo, chiaccherone fino alla nausea auricolare (esiste? si, io di sera ce l'ho, quindi esiste!), con capricci brevi e facilmente superabili, siamo da qualche giorno passati ad una fase horribilis in cui per ogni "no" scatta un capriccio semi-irreversibile, piange disperato, non c'è verso di intervenire nè spiegandogli con calma le ragioni del "no", nè spiegandogliele un pò più "energicamente", nè ignorandolo, nè alzando la voce... niente. L'unica cosa che funziona è dirgli "se vuoi piangere vai in camera tua". Però non è che mi piaccia molto come soluzione, che significa che in fondo non sto riuscendo a gestire la situazione (neanche troppo "in fondo", del resto) e l'unico metodo che trovo è allontanarlo da me. Normalmente reagisce a questo "strappo" dicendo, ancora con il pianto in gola "ho smesso di piangere" e, dopo qualche singhiozzo, smette.
Ovviamente tutto ciò avviene quando lui è molto stanco o molto affamato (si, non fa come i bambini normali che ti dice "mamma ho fame", no, ti fa una piazzata che vorresti quasi chiamare l'esorcista), quindi ok, la fase di ascolto c'è, comprendo che c'è un motivo, una causa scatenante. Anche se mi aiuta poco.
Tutto questo bla-bla per arrivare finalmente al punto di cui al titolo: a me ogni nuova fase mi getta nel panico. Se razionalmente so che sono fasi che passano, "di pancia" temo che sia irreversibile, che resterà per sempre così, che abbiamo sbagliato tutto. E' pazzesco, non riesco a razionalizzare del tutto! Se ripenso a tutte le fasi vissute fino ad oggi, riesco a ripensarle con distacco, anche quelle più terribili, quando non dormiva o era disperato per l'infezione alle vie urinarie e piangeva 22 ore su 24. 
Le altre era attaccato alla tetta. 
Ecco, se ripenso a quelle fasi li mi dico "beh, sono fasi, sono passate, passano", ma se penso alla fase di adesso, di oggi, mi sembra lunghissima e irreversibile. Quando ci ero in mezzo, esattamente come oggi, se mi fermavo a razionalizzare riuscivo anche a fare discorsi sensati col Pi, ne ricordo uno durante la nostra vacanza in montagna con un Paciuk quattromesenne e simpatico come uno sciame di zanzare in una tenda igloo: "certo che alla fine sono attimi, istanti, perchè su una vita cosa sono pochi mesi di notti insonni? quanto starà in casa con noi? tipo 20 anni? (eeehhh) ecco, vuol dire 240 mesi. Se anche ne passiamo qualcuno senza dormire, può far parte del gioco, è accettabile". Però poi mi disperavo. Ora non mi dispero, mi girano proprio le palle.
Avete uno bravo da consigliarmi?