martedì 29 marzo 2011

Castighi e reazioni

Come ogni bambino che si rispetti, anche il Paciuk si dedica ad amene attività quali lo sfracellamento testicolare/ovulare genitoriale.

Questo accade soprattutto verso sera, quando è stanco e devo dire che sta accusando il passaggio all’ora legale più di quanto mi immaginassi.

Ieri sera, per esempio, mentre cenavamo alla solita ora da ricovero (19.15, per intenderci) ha piazzato un capriccio folle perché pretendeva di essere imboccato da me, poi non voleva più nemmeno essere imboccato, però aveva fame, però non voleva mangiare da solo né farsi aiutare. Insomma era in loop.

Ultimamente di fronte a questi cortocircuiti che talvolta accadono abbiamo iniziato ad utilizzare la tecnica del “castigo”.

Devo dire che l’inizio di tale pratica, qualche settimana fa, è stato parecchio comico, con il Pi che gli dice “guarda che se non la smetti ti mando in castigo” e lui che, non conoscendo il significato della parola, alza le braccia in segno di vittoria e grida entusiasta “siiiii!”.

Le braccia dei genitori, cadute, non sono più pervenute.

Poi ci siamo affinati, ora il “castigo” si svolge così:

Il Paciuk va in cortocircuito

Cerchiamo di calmarlo/farlo ragionare/cambiare discorso/distrarlo ma si sa, un cortocircuito è un cortocircuito, bisogna staccare la presa!

Lo lasciamo piangere un po’ (talvolta si scoccia e smette da solo)

Poi affermiamo “ci stai infastidendo, se vuoi fare i capricci vai in camera tua e torna quando hai finito”

A questo punto lo stupore mio e del Pi si rinnova ogni volta (è successo 2 volte, non pensiate che ricorriamo a questi metodi ogni giorno…): il Paciuk si alza, scende dalla sedia, si avvia verso la cameretta, il tutto SENZA PIANGERE, poi si accomoda sulla poltrona in cameretta e ricomincia a frignare.

Ecco, per fortuna che io e il Pi siamo soli a questo punto, perché trattenere le risate sarebbe impresa ardua.

L’altro giorno addirittura è tornato indietro per chiedere di accendere la luce in camera (non arriva ancora all’interruttore), ripeto, senza piangere, poi è andato in camera e ha riattaccato la solfa.

Ieri sera la recitazione si è svolta analogamente, dopo pochi minuti che si trovava in camera e ho sentito che non frignava più, sono andata la e gli ho detto “ti sei calmato?” “si” “facciamo pace?” e a questo punto viene il momento migliore, ciò per cui vale la pena castigarlo (?), se non fosse controproducente abusare di questa pratica: mi abbraccia forte e mi bacia, dopo di che mano nella mano torniamo a tavola e lui finisce di mangiare tranquillo, come se niente fosse stato.

Un conoscente mentecatto della Nonna Strana, quando questa gli ha raccontato divertita l’episodio di giubilo alla prima notizia del castigo ha detto “io l’avrei preso a ceffoni, che non si prendono in giro i genitori”. Per la cronaca il figlio diciottenne è ormai da tempo in cura da una psicologa per attacchi di panico e altri simpatici problemi relazionali. La Nonna Strana, che se vivesse con in nativi americani si chiamerebbe Lingua-di-Fuoco gli ha risposto: “visti i risultati hai sprecato energie”.

Non so quanto durerà questo metodo di “stacco-di-spina” con il Paciuk, probabilmente tra un po’ non farà più effetto e per uscire dal cortocircuito dovremo inventarci altro, ma per ora è quasi uno spasso! (si fa per dire eh, che se non andasse in corto sarebbe meglio!)
































domenica 20 marzo 2011

Io non ci credo

Dovrei ancora raccontarvi dei Nonni Strani e della loro totale assenza di interessamento al nipote malato, unica telefonata in 5 giorni è stata per chiedere un favore. Ma oggi c'era il sole e non ho voglia di farmi venire il sangue amaro.
Potrei raccontarvi del mio capo e del fatto che mi ha fatto domande dettagliate sulle nostre intenzioni di procreazione. Non contento delle mie risposte (non resterà figlio unico, non aspetterò i 18 anni, non stiamo cercando ora -che già mi sembrava di essermi sbottonata abbastanza-) ha chiesto se per favore quando "apriamo le danze" glielo facciamo sapere. Ma la primavera è arrivata, la siepe è piena di germogli e non voglio pensare a certa grettezza.
Però c'è una cosa che mi sfrigola nel cervello da quando ho sentito questa mattina questa ennesima notizia di maltrattamenti in un asilo nido: ma porcaccia miseria i genitori dove cacchio sono? Possibile che non si rendano conto che i figli NON STANNO BENE nel posto dove passano gran parte della giornata? Io davvero non ci credo.
Sono stra convinta che i bambini siano a modo loro estremamente comunicativi, sta a noi adulti capire ed entrare in sintonia con loro. 
Un esempio chiaro di quello che intendo è il comportamento del Paciuk negli ultimi giorni: il Pi si è ammalato, ha ceduto anche lui all'otite (Paciuk untore!) ed è stato febbricitante (39!) per tre giorni. Quindi sono cambiati i nostri ritmi tradizionali: la mattina l'ho portato io al nido e al pomeriggio non ci siamo fermati in ufficio a salutare papà, inoltre il giovedì festivo (e piovoso) in casa è stato pesante: papà era in casa, ma di fatto non c'era, accovacciato sul divano o su una poltrona sommerso da strati di vestiti e coperte. Il Paciuk lo ignorava (pensavamo noi). Quando ieri ha iniziato a stare meglio e ad interagire di nuovo col mondo, la bestiolina gli ha fatto chiaramente capire che non aveva gradito "l'abbandono": qualsiasi domanda il Pi gli rivolgesse, la risposta era univoca "no, mamma!". A tavola ha chiesto l'acqua, il Pi ha allungato il braccio verso la bottiglia e lui "no, mamma!" e così per QUALSIASI COSA. UNA TRAGEDIA! Una punizione brutta anche per me invero!
Quindi torniamo a bomba: se per una semplice influenza/otite il Paciuk ha accusato così il colpo e ci ha fatto capire che proprio non gli era andata giù, se venisse maltrattato, picchiato, chiuso in stanze buie durante il giorno, cosa farebbe? Davvero non lancerebbe segnali, a modo suo?
E' chiaro che la nostra è una possibile lettura dell'atteggiamento del Paciuk, sta di fatto che oggi, che il Pi è tornato completamente in sé, ha giocato con lui, hanno passato del tempo insieme, la magica frasetta è scomparsa. 
La lettura che abbiamo dato a questo episodio è per noi la più plausibile e l'abbiamo "elaborata" dopo aver osservato il Paciuk una giornata intera e cercato di analizzare cosa ci fosse di diverso rispetto al solito nella nostra routine, che potesse dargli fastidio.
E di nuovo mi chiedo: ma davvero questi bambini maltrattati non hanno dato nessun segnale ai loro genitori? Non posso credere che un bambino che viene chiuso da solo in un locale buio si aggiri poi serenamente per le stanze di casa.
Magari verrò contraddetta, ma penso che se un bambino piange tutti i giorni quando viene lasciato al nido, un problema c'è e non è il bambino.

mercoledì 16 marzo 2011

un pò così

Oggi mi sento un pò così.
Sarà che piove e fa ancora freddo e di primavera nemmeno l'ombra.
Sarà che è il mio compleanno e, appunto, piove e fa freddo.
Sarà che i festeggiamenti del suddetto sono testè saltati perchè il Pi è super malatissimo.
Uffa
Però per non abbattermi del tutto penso alla bellissima serata passata con la Volpe ieri, quando, per ingannare il tempo, nel senso di volerci sentire ancora ggggiovani (si, mica nel senso che solitamente ci si annoi) abbiamo fatto una sessione di shopping serale: UNA FAVOLA!
Innanzitutto mi è sembrato irreale scappare di casa senza cenare, abbandonando il Pi al suo destino col Paciuk (attenzione, la cena era pronta, non sono COSI' degenere!) e un ghigno mi è salito alle labbra quando, al ritorno, il Pi mi chiede: "ma tu di solito come fai? sono riuscito a stento a finire di cenare".
SPAZIO PER IL GHIGNO
Poi è stato strano girare per il centro commerciale con calma, fermarsi a guardare tutto quello che volevamo e la parte più divertente è stata senz'altro scegliere dei vestiti e andare in due camerini adiacenti a provarceli. Certo, la scelta degli abiti non è stata delle più felici, visto che ci siamo provate dei jeans super-skinny che facevano pena addosso a noi, donne mediterranee (io solo sotto, ahimè, che sopra sono una pialla, quel poco che c'era se l'è ciucciato via il Paciuk).
Il bottino per me è stato comunque il seguente:
1 felpa da super giovane verde pisello acquistata in negozio buio (ne ho scoperto il vero colore solo all'uscita) con commesse e cassiere minorenni
1 camicia a maniche corte viola
1 camicia a maniche lunghe da non stirare (stiamo diventando pratiche con l'età)
ovviamente mi si è rimasto attaccato anche qualcosa per il Paciuk, perchè si, volevamo evadere, ma alla fine della fiera ci piace anche diventare grandi. (solo un pò...)

lunedì 14 marzo 2011

Faccio outing (ma che resti tra noi)

Proprio quando ormai pensavamo di averla sfangata, proprio quando ormai il calendario ci mostra l'inizio imminente della primavera, proprio quando ormai anche la natura si sta preparando a questo nuovo fantasmagorico inizio, il Paciuk ha ceduto, come praticamente tutti i suoi compagni, all'influenza.
Giovedì ci hanno chiamato dal nido e ce lo hanno riconsegnato in anticipo con tanto di foglio di via e 39 di febbre. 
Venerdì è venuta in soccorso la Santa Nonna, mentre sabato e domenica ce lo siamo goduti in toto noi, obbligandoci a rinunciare al weekend al mare con gli zii (sigh) e condannandoci ad una clausura, invero non così pesante visto il tempo fuori (anche se io mi sono sentita un pò un animale in gabbia, uscendo solo per buttare l'immondizia e per chiedere il riso ai vicini -perchè se inviti qualcuno a cena a mangiare il risotto, è meglio averlo, il riso).
Oggi, per scrupolo, l'abbiamo tenuto ancora a casa (Nonna Santa Subito!) e stamane ho chiamato il pediatra, perché per riammetterlo dopo un foglio di via devi dichiarare che l'ha visitato il pediatra (e ti scrivono pure che sei penalmente punibile se dichiari il falso).
Il pediatra l'ha visitato e ha sentenziato: otite qualchecosa, che non provoca dolore (per fortuna) ma è meglio prendere l'antibiotico. 
E qui arriva il bello. Alla mia innocente e retorica domanda "domani lo mando al nido eh?!" risponde "no, perchè bisogna pulirgli il naso".
Ora, li per li ho pensato che scherzasse, perchè reputo il nostro pediatra assennato e sopra la media (dei pediatri). Invece non scherzava proprio! no, le mamme puliscono il naso come nessun altro!
Sconfortata ho lasciato lo studio e poi ho preso la decisione: lui domani al nido ci va! Perdincibaccco, pago quasi 650 eurini al mese, sapranno 'ste sante donne pulire un naso?! Giusto per mettere a bada la coscienza abbiamo chiesto alle tate se possiamo munire il Paciuk di apposito spruzzino nasale e ci hanno confermato che lo spruzzineranno un paio di volte (al cambio pannolino-lavaggio mani)...
Io dichiarerò il falso scrivendo che il pediatra l'ha dichiarato riammissibile al nido, ma ritengo che il buon senso debba avere la meglio.
Voi tenetemi la parte.

Poi in un prossimo imminente post vi racconterò dell'accorato interesse dei Nonni Strani verso la malattia del Paciuk...