mercoledì 29 settembre 2010

Innocenti evasioni

Venerdì, sabato e domenica abbiamo accettato l'invito del Kitezio e della Psicozia e siamo stati a Cervia, al festival degli aquiloni.

Siamo chi?
Io, Paciuk
...
La Volpe e Pargola!

Si, perchè il P aveva un altro impegno per tutto il fine settimana, quindi ho approfittato per fare -finalmente- il weekend che da tanto desideravo di fare insieme alla Volpe. Certo, c'era un terzo e quarto incomodo rispetto ai nostri sogni, ma pare che siamo diventate grandi e dobbiamo farci conto.

Il P si era raccomandato con Kitezio di tenere lontano eventuali omaccioni che mi si fossero avvicinati. Dimenticava che la presenza stessa di un essere più basso di un metro (che non è il presidente del consiglio) fa fuggire a gambe levate eventuali pretendenti, salvo che non siano pazzi votati al sacrificio, ma pare che quelli siano estinti.

La sosta all'autogrill è stata fatta, oltre che per sgranchire la mia schiena, non abituata alla guida prolungata, per un pit-stop pannolino e aprendo le portiere nel parcheggio è risuonata la sigla di play house disney: pretendenti a mucchi.

Arrivate a Cervia ci accoglie la pioggia e io ovviamente non avevo la plastica per il passeggino. La Volpe ha tirato fuori dalla sua borsa marypoppinsiana una plastica in più che è stata calzata al volo, con Paciuk irritatisssssimo dalla novità della cameretta iperbarica posticcia sulla testa.
Il sabato appena svegli (cioè all'alba) non pioveva, ha iniziato a farlo solo quando eravamo tutti pronti per andare in spiaggia a vedere gli aquiloni.
Però
poi ha smesso! incredibilmente verso metà mattina è uscito il sole, ancora più benvenuto perchè inaspettato e non ci ha lasciato più, ci siamo perfino tolti le scarpe e sporcato i piedi con la sabbia (no, io no, che ODIO la sabbia se non ad agosto).
Da li in poi è tutto volto decisamente al meglio, innanzitutto la Volpe, che è notoriamente meteropatica, ha finalmente potuto rilassarsi e godersi gli aquiloni e la spiaggia e la piadina e il fritto misto. I pargoli hanno archiviato felicemente le plastiche e fosse stato per loro anche tutto il passeggino.
Io ho archiviato l'idea di stare seduta tranquilla 5 minuti e ho rincorso tutto il tempo Paciuk sulla spiaggia, cercando di spiegargli che i mozziconi di sigaretta NON sono un regalo gradito. Apprezzo il gesto (anche se mi sembra un pò come il gattino che porta uccellini morti in regalo alla padrona, ma magari questo non lo scrivo che non è bello).
E' stato strano stare senza il P e gestire tutta da sola il Paciuk è stato tutto sommato faticoso ma fattibile (infatti sono ancora viva).
Diciamo che questo weekend mi è servito anche per mettermi alla prova e l'ho superata! nonostante lo sconforto per la pioggia (che si fa con un diciassettemesenne e una diciannovemesenne in albergo quando piove?! argh!) io e la Volpe ce la siamo cavata alla grande, i pupi sono tornati a casa sani e salvi, arricchiti dalla reciproca compagnia, dalla piadina e dal fritto misto (Paciuk mi fregava gli anellini fritti dal piatto... no comment).

Al momento di partire la mia Nipotina Preferita (quasi 5 anni) ci ha pure rincorso per dirci che le spiaceva molto che ce ne andassimo e aveva pure una lacrimuccia. Le abbiamo promesso, oltre chiaramente al fatto che ci vedremo presto qui a casa, che torneremo al prossimo festival (tanto Kitezio deve timbrare il cartellino-presenza!) e magari ci portiamo anche lo zio P e il babbo della Pargola! non vedo l'ora! 

(magari questa volta dividiamo le camere...)

martedì 28 settembre 2010

Volpe-contributo #2

DESCRIVIMI BENE

Una mia cara amica si è lamentata che al lavoro, a volte, le fanno fare la “velina” muta, soprammobile di bella presenza.
E’ già qualcosa, penso io..
E meglio al lavoro che a casa, penso anche..

Sì perché la settimana scorsa (un po’ me ne vergogno, ma c’ho lo pseudonimo, posso sbilanciarmi =)) ho rivisto il film Shakespeare in love in compagnia del mio dolce 1/3. Niente di che il film, manco mi era piaciuto la prima volta, anche se una scena mi aveva e mi ha ancora molto colpito. Nel finale infatti i due innamorati sono costretti a separarsi per sempre, perché la loro unione è impossibile e mentre si dicono struggentisssimamente addio lei si fa promettere che lui scriverà di lei in ogni donna delle sue opere future e si accomiata con un imperativo “descrivimi bene!”.

Ho subito empatizzato e compreso il suo timore. Il medio maschio infatti si sofferma molto sulla superficie e poco, o male, scava nel vivo cuore pulsante della sua donna,,, Beh, ho test’è messo alla prova il mio, di medio maschio, che si è prontamente dimostrato ben al di sotto della media e delle mie amorose aspettative, verbalizzando le seguenti, dolenti, testuali parole.. “se dovessi descriverti in breve direi, boh, forse che sei simpatica e di compagnia..”.

Di compagnia?!
Mai avrei immaginato di invidiare le veline...

mercoledì 22 settembre 2010

Sono proprio cattiva?

Ieri sera ricevo la telefonata della cognatina (sorella maggiore del P, per intenderci). La suddetta cognata, che non riesco a battezzare in altro modo, quindi la chiameremo Cognata è del tipo che-ha-partorito-solo-lei, che-ha-da-fare-solo-lei, che-ha-figli-solo-lei, che-fatica-stare-dietro-ai-figli. E soprattutto TUTTO ciò che lei racconta è mediamente DI PIU’: i suoi figli PIU’ bravi, i suoi parti PIU’ lunghi e PIU’ dolorosi, la sua casa si sporca di PIU’ e lei ha in assoluto PIU’ da fare (in effetti 2 figli, un marito e una casa: l’unica donna al mondo!). Quando non c’era Paciuk mi diceva “AH! Vedrai quando avrai figli!”, ora che c’è mi dice “AH! Vedrai quando saranno due!” mi domando cosa dirà quando raddoppierò.
Insomma, non è esattamente la mia migliore amica, ci frequentiamo saltuariamente, ci si sente un po’ al telefono e ogni volta che ci si vede io e il P alla fine ritorniamo alla solita conclusione: ti hanno portato gli alieni (come argomentato qui).
Insomma dicevo che ieri mi ha chiamato verso le 18.30 e ha esordito dicendo “ma piange sempre quel bambino!”. Io da brava mamma-chioccia ho soffiato come un gatto: non toccatemi il Paciuk! E poi come al solito l’ho giustificato con un “è stanco, stanno crescendo i canini” e bla-bla-bla.
Commento 1: ma visto che sei PIU’ mamma di tutte, non ti ricordi che verso sera TUTTI i bambini diventano mediamente noiosi, soprattutto se non ti hanno visto tutto il giorno?! Ma non ho voglia di investire energie a fondo perduto, quindi andiamo avanti
Mi racconta che si è iscritta ad un corso di inglese, che frequenterà una mattina a settimana alla terza università (si, è casalinga)
“Bello!” le dico io, “fai bene!”
Inizia poi a leggermi delle frasi in inglese, chiedendomi se fossero corrette.
Io da brava maestrina (non sono insegnante, mi calo solo nella parte) le correggo le frasi elementari che mi legge, cercando di spiegarle il perché delle correzioni.
Ad un certo punto urla fuori dalla cornetta “Figlio2! Questa l’hai sbagliata!”
“ma scusa, sono compiti del tuo corso o sono i compiti di Figlio2?”
“No, no sono di Figlio2!”
MA ALLORA PERCHE’ CAVOLO MI CHIAMI TU? Non è menomato, ha due belle manine e  la cornetta riesce a tenerla, perché devi telefonarmi tu e correggergli i compiti? Ma soprattutto, visto che risulta chiaro che non ha capito un beato caxxo della lezione di inglese, non è forse meglio che si presenti a scuola con i compiti sbagliati, almeno la professoressa capisce che deve rispiegare?! Oppure, se proprio ci tieni a fare bella figura, (perché è questo il vero punto!) passamelo che le spiego a lui le correzioni!
Paciuk ti avviso: io i compiti non te li farò MAI, magari li faremo insieme, magari li controlleremo insieme e cercherò di spiegarti delle cose che non avrai capito, ma farteli io o farteli correggere NO!
E ho anche la presunzione di ritenere che sia per il tuo bene!

Ritornerò sull’argomento “Cognata” perché c’è davvero tutto un mondo…

domenica 19 settembre 2010

Ecco cosa succede se il Paciuk resta in bagno incustodito:
Per fortuna non ha ancora imparato a metterla nel water e tirare l'acqua. 
E' spassosissimo! ma non diteglielo

venerdì 17 settembre 2010

Leggo e volentieri inoltro

In un attimo di pausa di questo venerdì lavorativo leggo nel blog di bradipo di questa simpatica iniziativa: la faccio mia e la inoltro a tutti!
ora devo solo pensare a chi regalare quale libro e sarà un vero piacere!

Buon givaway a tutti!

lunedì 13 settembre 2010

Citazione #1

Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono, o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e del momento, irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia di piccolezze, banalità, di incombenze quotidiane, è la somma del non detto. Una donna è sempre la storia di molti uomini. Una donna è la storia del suo paese, della sua gente. Ed è la storia delle sue radici e della sua origine, di tutte le donne che furono nutrite da altre che le precedettero affinché lei potesse nascere: una donna è la storia del suo sangue.


Marcela Serrano
Antigua, vita mia

venerdì 10 settembre 2010

I primi bulli


Oggi il Paciuk tornando dal nido (a piedi, perché siamo vicinissimi) si è fiondato dentro al parchetto accanto a casa, che ha un bel cancello invitante spalancato.
E’ un piccolo parco con un solo scivolo e un… come si chiama? Dondolo? Si, insomma, quegli animali da cavalcare con la molla sotto… dai ci siamo capite! E poi ci sono tante panchine e un viale rosso perfetto per essere scritto con i gessetti.
Insomma non è un parco dei divertimenti da mille e una notte, ma per esaurire le ultime energie dopo una giornata dura e faticosa di giochi e attività nidesche è perfetto.
Oggi, dicevo, il Paciuk di sua spontanea volontà ci si è infilato e ha raggiunto immediatamente lo scivolo, pregustandosi già qualche scivolata di sedere – di pancia – di schiena.
A questo punto i due quattrenni presenti nel parco si sono catapultati verso di lui e hanno iniziato a inveire: “lo scivolo è nostro! È vietato salire! E’ solo per GLI EROI!”.
Cosa avrei dovuto fare?
Paciuk ha continuato imperterrito a salire la scaletta fino alla piattaforma per poi scendere, io ho iniziato a contrattare la sua presenza li: “no, guardate che lo scivolo è di tutti” e i quattrenni: “ma non hai visto che abbiamo messo il segno di divieto?”
Ah ecco cos’era quello scarabocchio col gesso sulla scala!
“Ehm si però non si può vietare l’accesso allo scivolo, perché E’ DI TUTTI"
“ma no! È solo per gli eroi!”
“ma voi non lo sapete, ma anche lui è un eroe! È un piccolo eroe, poi crescerà e diventerà un super eroe!”
Niente, sbraitavano e non volevano sentire storie.
Nel frattempo Paciuk si era già fatto un paio di giri su e giù.
Sono intervenute le madri dei quattrenni riportandoli alla ragione e ribadendo il concetto che già stavo spiegando loro, ma aggiungendo la minaccia di andare subito a casa se non avessero smesso.

Ora, immagino che questo fosse solo l’inizio: quanti bimbi rompi palle incontrerò nei prossimi anni? Ma anche: tra quanto Paciuk si trasformerà in un bimbo rompi palle vietando agli altri l'accesso ai giochi?
The question is: ma come si gestiscono queste liti/controversie? Cioè devo intervenire e spezzare le gambe ai bimbi prepotenti? Devo aspettare che Paciuk diventi Super eroe e li annienti da solo? Devo urlare “mamma intervieni che tuo figlio ha scassato tre quarti”? O fingere di limarmi le unghie ed intervenire solo se il sangue lambisce le mie caviglie?

giovedì 9 settembre 2010

Inquietudine lavorativa

Devo riuscire a focalizzare meglio e dare uno sfogo all’inquietudine lavorativa degli ultimi tempi.

Il fatto è che non mi alzo più volentieri la mattina perché so cosa mi aspetta in ufficio.

So che vi state già chiedendo: perché, prima ti alzavi volentieri? Beh si, c’è stato un periodo felice nel quale venivo al lavoro volentieri.

Forse dovrei ringraziare per la parentesi felice e rassegnarmi a questo grigiore, consapevole che la maggior parte dei dipendenti è nelle mie stesse condizioni.

Ma faccio fatica

Mi logora assistere ogni giorno ogni giorno ogni giorno agli stessi sfoghi del mio capo che non riesce a far girare il lavoro come vuole lui e come in effetti le procedure detterebbero, perché un sacco di gente qui dentro non segue le regole e percorre binari paralleli, nascondendosi dietro la frase “me l’ha detto il Super Boss” (leggasi –titolare-). Questo genera obbligatorie rincorse per sistemare ciò che è nato storto e che inevitabilmente creerebbe casini se lasciato andare alla deriva.

Sapere che rivivrò le stesse arrabbiature, le stesse perdite di tempo, le stesse urla e gli stessi sermoni del giorno prima mi deprime un po’.

Il mio saggio collega di scrivania dopo gli sfoghi del capo cita spesso Bugs Bunny, cercando di riportarlo alla ragione: “se la soluzione c’è, perché ti arrabbi? Se la soluzione non c’è, perché ti arrabbi?”. Geniale. Peccato che sia un coniglio a dirlo (Bugs Bunny, non il collega!).
Ho appurato che qui la situazione difficilmente cambierà. Ho denunciato più volte e in diversi modi il progressivo deteriorarsi del clima, perché sono certa che, al di la delle corse e delle rotture di scatole strettamente lavorative, se si sta bene con e tra i colleghi, si supera tutto più facilmente. Ma se, oltre alle scocciature lavorative, sei circondata da gente che gira con la nuvoletta nera sopra la testa, allora la situazione si fa proprio insostenibile.
Bene. E quindi?

E quindi i casi sono due: o continuo e continuo a denunciare la mia fatica e a cercare di rasserenare gli animi –ma non sono Madre Teresa, se non ricevo feedback mollo!- oppure prendo la porta e vado.

Visto che la seconda opzione è assai ardua da applicare, vista la congiuntura economica e la situazione famigliare, mi invento una terza via: stare qui le mie ore contrattuali “in apnea”, certa che la vita vera si altrove e che fuori mi aspetti di meglio. Devo ricominciare a coltivare i miei interessi –il cucito, creare gioielli, leggere- e godere della mia famiglia.

Buon proposito, spero di farcela, attendo in bocca al lupo.

martedì 7 settembre 2010

volpe-contributo #1

Vanità di Vanità

Oggi pioviggina. E per me che son metereopatica (oltre a tutto il resto) è peggio che se tempestasse.

Quindi sono di pessimerrrrimo umore.
Comunque non era di questo che volevo rendervi edotte. Anzi.
Riflettevo in questi ultimi giorni che la conseguenza più nefasta della mia maternità è stato il crollo pressoché totale della mia autostima estetica.
Son sempre stata vanitosa e fiera di esserlo. Ma da quando mi son riprodotta mi sento trasformata in una donna nuova, con molto meno esteriorEgo. E ne soffro.
Vorrei dar la colpa al medio maschio, ormai inadatto anche solo a corteggiare, supportare, lodare, rincuorare. E non sarebbe per sparare sulla croce rossa, ché ci ho le mie fondate ragioni. Leggevo infatti su un settimanale della Repubblica che una nuova moda sta spopolando in Germania, ovvero quella delle escort per giovani donne. Ragazze tipo me, sulla trentina, non  del tutto sfigate, essenzialmente etero, che “ingaggiano” compagne del loro sesso per sentirsi desiderate nel modo giusto, intimamente comprese e non solo fisicamente appagate.
 Ci tengo a rimarcare…non è per mancanza del medio maschio? O solo del mio?
Ché guarda caso mai e poi mai mi sento inadatta, poco all’altezza, troppo morbida o troppo spogliata, insomma inadeguata di fronte alle mie tante amiche. Mai e poi mai dubito del loro femmineo amiciziamore. Mai e poi mai vivo nel timore di essere lasciata per una più giovane, più spettinata, più soda, più pazza.
Com’è??

Vai cercando qua, vai cercando là,
ma quando la morte ti coglierà
che ti resterà delle tue voglie?

lunedì 6 settembre 2010

orgoglio

Oggi il Paciuk ha ricominciato il nido.
Era da giorni che io e il P gli ricordavamo che oggi avrebbe rivisto i suoi vecchi amici, ne avrebbe conosciuti di nuovi, avrebbe ritrovato le educatrici dello scorso anno e conosciuto una nuova, avrebbe giocato e fatto un sacco di cose divertenti… ripetuto fino allo sfinimento. Ormai quando attaccavamo la solfa ci guardava storto come volesse dirci “HO CAPITO NON RIPETETEMELO PIU!”
Però la reiterazione pare abbia giovato, perché oggi il pargolo si è svegliato perfettamente riposato e in forma, ha atteso pazientemente nel suo lettino che io gli preparassi la colazione, si è lasciato poi lavare e vestire e mi ha fatto ciao ciao con la manina quando mi ha visto uscire.
Arrivato al nido col babbo è andato verso l’educatrice e ha poi salutato pure lui lanciandogli baci.

I casi sono due: o gli stiamo sulle scatole e non vedeva l’ora di liberarsi di noi e stare fuori casa tutto il giorno, oppure in quel nido si sta tutto sommato bene e gli abbiamo trasmesso la nostra personale convinzione a riguardo!
Propendo ovviamente per la seconda.

Al ricongiungimento l’educatrice ha accolto il P raccontandogli che è andato tutto bene, che il Paciuk ha fatto il galletto tutta mattina e si è sorpresa vedendolo mangiare da solo. Si, perché a luglio, quando l’hanno salutato, ancora non lo sapeva fare, mentre ora è abbastanza autonomo… alla faccia di tutti quelli che quando vedono i progressi di tuo figlio ti dicono: “AH ma va al nido!” come se solo la frequentazione del nido li educasse! E noi poveri genitori che facciamo? Abbiamo anche noi nostri meriti eh!
E il “giro giro tondo” e “la bella lavanderia”? a luglio mica li faceva!
E a luglio non conosceva neanche Nina Zilli e Adriano Celentano (ehm si, forse quest’ultima non è esattamente una conquista di cui andar fieri).

In ogni caso il punto è questo, lo dichiaro apertamente: attendevo il momento della riapertura del nido per gongolarmi un po’! 

giovedì 2 settembre 2010

varia umanità

Una delle cose belle del nido è l'incontro-confronto con le altre mamme. 
Si, perchè tu pensi che più o meno siamo tutte un pò strane ma poi scopri che alcune lo sono decisamente più di altre e in fondo non sei così male.
Lo scorso anno ho assistito ad una sfogo furioso della mamma di Maria Scimmietta (soprannome che ci è scaturito spontaneamente alla visione della piccina, dotata di monociglio e peluria varia...) che si lamentava con l'educatrice perchè ritirando la creatura aveva sentito un bambino tossire e "insomma Maria è appena rientrata dopo 10 giorni di malattia e se le altre mamme mandano i bambini al nido con tosse e raffreddore allora poi è normale che Maria si ammali sempre".
Proprio in quell'istante Paciuk ha fatto un colpo di tosse.
Forse so perchè da allora fatichi a salutarmi.

L'altra mamma -anche questa bella sciroccata- era convinta che la figlia avesse spesso la tosse PERCHE' frequentava il nido. Cioè non era secondo lei il contatto con varia umanità a contagiarla, ma proprio IL NIDO, perchè era il modo che la piccola trovava per farle capire che lei li non ci stava bene: "è una convenzione sociale dire che al nido i bimbi stiano bene. Se stessero bene non si ammalerebbero".
Io, un pò incredula, un pò incuriosita, dimentica del fatto che con certi soggetti è inutile investire energie nel dialogo- risposi "perchè, pensi che a casa con te non si ammalerebbe?" (ovvia) risposta "no certo!"
Ho recuperato un barlume di lucidità e non le ho risposto, ma la mia mascella è ancora penzoloni.

L'ultimo incontro è stato quello di stasera: riunione con tutti i genitori per la riapertura del nido e -giusto per tirarmela un pò- i neofiti li vedevi lontano un miglio. 
Una ha chiesto se dovesse portare il grembiulino richiesto nel corredo anche per sua figlia, "che tanto ha 15 mesi, non cammina ancora e di sicuro non farà le attività". Allora, se tua figlia a 15 mesi non cammina e non fa nessuna attività falla vedere da qualcuno perchè non sta tanto bene! 
Al tentativo dell'educatrice di rassicurarla sul fatto che si sarebbe stupita lei stessa di cosa sarebbe riuscita a fare la figlia ha risposto "in bocca al lupo". Se la madre nutre così tanta fiducia nelle doti della piccola, vorrei tenere vivi i contatti con lei per poterla segnalare alla Psicozia quando la creatura sarà adolescente. 

Vi tralascio poi la madre iper-apprensiva sullo svezzamento, che pretendeva di dare lei all'ASL il menù per la sua creatura... pare che abbia alla fine concordato con la coordinatrice che per il suo fanciullo porterà lei il cibo da casa, che non si fida molto del dietologo dell'ASL.

Ah! che mamma equilibrata sono!